Un progetto ambizioso, riconosciuto e rispettato dagli addetti ai lavori e che già da tempo riscuote notevoli risultati, ma tentiamo ora un chiarimento per il pubblico più generalista: Gianluca, ci racconti cos’è Dark Side, la sua origine e la sua evoluzione

Darkside nasce durante la prima settimana di lockdown, in pieno Covid. All’epoca lavoravo come editor freelance per diverse case editrici e, dal giorno alla notte, la filiera si è fermata. In quei giorni c’era smarrimento totale e il primo pensiero è stato “ho perso il lavoro”. Da qui l’idea di sfruttare la rete di conoscenze sviluppate negli anni, soprattutto nell’ambito del giornalismo di inchiesta. Questo si conciliava tanto con la mia passione, quanto con il mio lavoro, dal momento che ho quasi sempre lavorato a libri di questo genere. Darkside, dunque, nasce come tante altre realtà di quel periodo un po’ per passare il tempo, un po’ per mantenere vivi i contatti. Inizialmente presentavamo libri. Poi la cosa si è allargata; il pubblico all’inizio era ristretto ma molto affezionato e ci ha permesso di resistere anche dopo il Covid. Le case editrici hanno iniziato a contattarci per lanciare i libri in uscita, poi abbiamo iniziato anche a organizzare tavole rotonde, sempre online, su temi più vasti. Nel 2022, poi, abbiamo portato Darkside dal vivo, a Vasanello, in provincia di Viterbo, con la prima edizione del Festival Darkside – storia segreta d’Italia, formula che abbiamo replicato da altre parti. Anche in questo caso, la presenza del pubblico ci ha notevolmente sorpresi. A distanza di quattro anni dall’inizio di questa esperienza, oggi Darkside è diventata un’associazione culturale. Siamo molto attivi sui social e abbiamo un sito internet con un blog dove ospitiamo gli articoli dei nostri collaboratori. Era nato come un gioco, adesso è praticamente un lavoro.

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Nomen omen: Dark Side scava nei grandi misteri irrisolti legati a famosi fatti di cronaca della storia nostrana, ma non solo: sono ampie le inchieste su argomenti borderline, che scrutano quell’area torbida che ha caratterizzato l’azione di alcuni governi del passato. A tal proposito, può rivelarci se ha mai subito “inviti” o vere e proprie pressioni sul non proseguire determinate piste?

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Partiamo da una premessa: oltre Darkside, sono anche un giornalista. Non uso il termine “giornalista investigativo o d’inchiesta” perché non mi piace. In effetti scrivo anche di altro, ma sicuramente “il lato oscuro” è quello che preferisco esplorare. La mia attività, inevitabilmente e per mia scelta, si incrocia spesso con quella di Darkside, dove magari mi ritrovo, insieme ai colleghi, ad approfondire o allargare lavori già iniziati con qualche testata giornalistica (attualmente scrivo e sono redattore per InsideOver). Nel corso del tempo qualche “suggerimento” è arrivato. Ricordo quando affrontammo, proprio all’inizio della nostra attività, il caso Moro e, nello specifico, la figura del direttore di orchestra Igor Markevitch, anche alcuni ricercatori indicano come coinvolto nella vicenda. Facemmo un approfondimento in diretta con Giovanni Fasanella, giornalista e autore di un libro sull’argomento. Pochi giorni dopo, ricevemmo il messaggio di un parente di Markevitch che ci intimava di rimuovere il video, altrimenti ci avrebbe querelato. Ricordo che restammo interdetti. In un primo momento lo togliemmo, poi ci abbiamo ripensato e l’abbiamo rimesso senza alcuna conseguenza. Al di là di questo episodio, che io ricordi non ci sono mai state pressioni. Gli unici sgambetti, quando ci sono stati, sono arrivati da colleghi.

Qual è stato il filone d’indagine esplorato da Dark Side di cui va particolarmente fiero?

Mi collego alla risposta precedente. Con Darkside abbiamo iniziato solo da poco tempo a sviluppare filoni d’inchiesta originali, ma fino a questo punto i canali social hanno dato cassa di risonanza alle attività svolte altrove (tanto le mie, quanto quelle di Marcello Altamura, che condivide con me dall’inizio questo viaggio). Premesso ciò, vado particolarmente fiero di due filoni che ho seguito e seguo tutt’ora: da un lato la misteriosa sparizione del giudice Paolo Adinolfi. Da agente letterario ho curato la pubblicazione dell’unico libro esistente sul tema (di Raffaele Guadagno e Alvaro Fiorucci), poi me ne sono occupato come giornalista. Uno dei magistrati che all’epoca – siamo tra il 1994 e il 1999 – si occupò di una delle inchieste, una volta che gli sottoposi il risultato delle mie ricerche, mi disse che se all’epoca delle indagini avesse avuto a disposizione quegli elementi che io avevo tirato fuori dalle carte, forse le cose sarebbero andate diversamente. Il secondo filone è quello che riguarda il delitto di Garlasco. Ho studiato a fondo il caso, ho letto migliaia di carte e ho parlato con alcuni protagonisti della vicenda. Sono convinto che, nonostante una condanna definitiva ad Alberto Stasi, la verità non sia mai venuta a galla. Sto seguendo delle piste interessanti, ma non posso ancora dire molto altro.

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Grandi nomi del panorama giornalistico, letterario e professionisti del settore giuridico hanno aderito con piacere alle iniziative di Dark Side. Con la credibilità ottenuta è lecito pensare a futuri scenari esteri: in tal caso, su quale vicenda volgerebbe la sua l’attenzione?

Beh, se dovessi pensare a un’edizione estera non potremmo non affrontare l’omicidio Kennedy. Ma l’elenco potrebbe essere lungo. Solo restando negli Stati Uniti c’è un parterre talmente vasto di casi di cronaca nera e misteri in generale che potremmo andare avanti per decenni. In ambito europeo idem. Diciamo che ogni paese ha i propri scheletri nell’armadio. Comunque al momento non è un’ipotesi che abbiamo ventilato.

Cosa c’è nel futuro prossimo di Dark Side?

Nel prossimo futuro di Darkside ci sono tante cose. Bisogna capire se sono realizzabili! Tutto si sostiene sui nostri sforzi: miei e di altre tre persone. Andrea Piras, che è il nostro grafico, videomaker, social media manager e factotum; Manuele Avilloni, giornalista e factotum in seconda; il già citato Marcello Altamura. Vorremmo realizzare tanti progetti, ma dobbiamo andarci piano, perché tutti dobbiamo fare altro per vivere e già così Darkside è un grande impegno. Preferiamo fare poche cose, ma fatte bene. Di certo continueremo con le rassegne dal vivo. L’ultimo incontro che abbiamo tenuto a Vasanello, in conclusione della terza edizione del festival, ha visto protagonista il procuratore Nicola Gratteri e ha registrato la presenza, secondo fonti Digos, di circa 400 persone.

…e in quello di Gianluca Zanella?

Difficile fare previsioni. Da qualche anno sono rimasto irretito dal mondo della sicurezza informatica e attualmente sto collaborando con una grande azienda di Milano molto attiva nel settore. Non sono un tecnico, ma mi sto specializzando nella formazione scolastica. Ovviamente la mia grande passione è sempre il giornalismo. E ovviamente nei miei piani c’è sempre uno spazio privilegiato per Darkside.

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