L’Avv. Ezio Bonanni da più di 25 anni si sta dedicando alla tutela delle vittime dell’amianto e di altri cancerogeni (Uranio impoverito,etc..). La sua professione è vissuta come una vocazione nell’aiutare chi purtroppo si è ammalato di gravi patologie causato da queste dannosissime sostanze. Nelle sue numerose conferenze viene sottolineato come la più importante tutela sia la prevenzione da tali disagi. Finalmente qualcosa in questi anni si è mosso proprio grazie alle sue battaglie.

Egregio Avvocato Bonanni, di cosa si occupa precisamente l ‘ “Osservatorio Nazionale Amianto”?

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa della difesa delle vittime dell’amianto, sia esse cittadini, lavoratori civili e Forze Armate. Infatti, l’amianto è stato utilizzato in tutti i luoghi di vita e di lavoro, e ciò ha comportato un’esposizione uniforme, con conseguenze sulla salute di tutti i cittadini.

L’assistenza dell’ONA è rivolta a tutti coloro che per effetto dell’esposizione ad amianto siano stati attinti da patologia asbesto correlata, e non solo. L’ONA nel tempo ha trasformato il grido di dolore delle vittime in una proposta che supera il perimetro di coloro che hanno subito dei danni per amianto o altri cancerogeni, e quindi persegue la prevenzione primaria, e quindi la tutela della salubrità dell’ambiente, di vita e di lavoro, e con esso della salute. Si afferma infatti il principio ambiente pulito/salute, ambiente contaminato/malattia. Troppe volte, infatti, specialmente in ambito lavorativo, la prevenzione è un fatto solo formale, magari il piano di valutazione del rischio che è solo sulla carta, mascherato anche con le c.d. soglie. L’Osservatorio Nazionale Amianto, fin dalla sua costituzione nel 2008, anche grazie al fatto che come avvocato mi occupo della tutela dei lavoratori, fin dall’esordio della mia professione (1993), ha sostenuto che la cosa più importante è la bonifica del sito, e cioè che non ci sia amianto e altri cancerogeni. Infatti le misure tecniche, come l’aspirazione delle polveri, etc., e la protezione individuale, quindi maschere, etc., non evitano il rischio, che invece va rimosso alla radice. Alla base del mio pensiero e della mia azione come avvocato, vi è il principio cardine della tutela dell’essere umano, della dignità della persona. Per poterla tutelare, però, non è sufficiente un rispetto solo formale, ovvero il diritto di libertà, ma è decisiva la salute, e in modo particolare anche quella del corpo. Per questo motivo, l’ONA ha iniziato l’interlocuzione con tutte le altre associazioni, anche con gli stessi militari, vittime di amianto, uranio impoverito e altri cancerogeni. Il nostro simbolo è quello dello scudo e allo stesso tempo quello del ‘guerriero etrusco’. Lo scudo è il ‘fiore della vita’, e quindi la metafora della lotta del bene contro il male, della verità contro la menzogna, della giustizia contro l’ingiustizia. Siamo impegnati e ci attende una lotta epica, che ha l’obiettivo di sconfiggere la cultura del profitto di pochi in danno di molti, e affermare il principio che il progresso non è solo quello della materia e cioè di uno sviluppo solo economico e materiale. Non accettiamo una visione così riduttiva dell’essere umano. L’attività dell’ONA, come si evince anche dal nostro sito istituzionale, è quella della tutela anche in chiave di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, e quindi una difesa a tutto tondo, nell’ambito di una dimensione collettiva e sociale della difesa della salute e dell’ambiente. L’ONA, ramificata su tutto il territorio, ha al suo interno un team di professionisti che collaborano per la ricerca scientifica ed oncologica, e di sostegno psicologico della vittima primaria e dei suoi famigliari.

Si è parlato spesso nel passato del ”problema amianto”. Oggi questo argomento è passato un pò in sordina. Per i profani, cosa è l’amianto e perchè fa male?

L’amianto è un potente cancerogeno, che per via dell’utilizzo ubiquitario sia nei luoghi di vita che di lavoro, ha determinato un fenomeno epidemico che ancora non ha visto il suo picco massimo. L’amianto è stato messo al bando con la L. 257/92, da cui è iniziata una lunga fuoriuscita con la rimozione e la bonifica che dura ancora ad oggi.

Le fibre contenute nei manufatti in amianto, ovvero dalle coibentazioni, che si sono usurate, hanno permesso la sua aerodispersione con inalazione inconsapevolmente dai lavoratori e/o cittadini.

Le fibre di amianto, nella loro infinitesima grandezza, hanno la capacità di provocare mesotelioma, neoplasia ad unico agente cancerogeno, e poi asbestosi, placche ed ispessimenti pleurici, tumore del polmone, e poi tumore della laringe, faringe, cancro dell’ovaio e molte altre infermità, che anche la stessa INAIL ha inserito nelle relative tabelle.

La necessità della rimozione e bonifica è dettata dall’alta lesività delle fibre, che invisibili all’occhio umano agiscono come un killer silenzioso ed indisturbato. Anche la sorveglianza sanitaria ha un ruolo centrale per prevenire l’insorgenza di patologie anche ad esito infausto.

Tavolo del convegno del 09.07.2024, organizzato dall’ONA “Amianto e uranio impoverito, in guerra e in pace: il ruolo dell’Europa e le funzioni dell’Avvocatura”. Da destra, il Col. Carlo Calcagni, vittima del dovere, Dott.ssa Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa, l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, la Dott.ssa Valentina Renzopaoli e la Dott.ssa Paola Vegliantei, Presidente dell’Accademia della Legalità.

Tra l’uranio impoverito, a causa del quale molti militari si sono ammalati durante alcune guerre, e l’amianto che differenza c’è?

L’amianto identifica particelle microscopiche ed invisibili che provocano prima infiammazione e poi cancro. I proiettili all’uranio impoverito, oltre alle radiazioni dell’uranio, con la loro esplosione ad alte temperature polverizzano anche amianto e stabili in cemento amianto, persino carri armati. Quindi, oltre alle radiazioni provocano la contaminazione di acqua, aria e suolo. Nei poligoni di tiro, tra cui quelli in Sardegna, o nelle missioni all’estero, civili e militari hanno inalato nanoparticelle di metalli pesanti e di altri agenti chimici, che sono stati irradiati, e così migliaia di vite umane. I proiettili all’uranio impoverito, quindi, uccidono non solo coloro che perdono la vita nel momento dell’esplosione, ma anche coloro che, come i nostri militari, sono stati impegnati nelle missioni all’estero. Nell’ultima conferenza dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – che si è tenuta lo scorso 28 giugno 2024 in Campidoglio, sono stati trattati i due temi insieme. In questo convegno, anche grazie alla presenza di numerosi autorevoli relatori, tra i quali la Dott.ssa Paola Vegliantei (Accademia della Legalità) e dello stesso Col. Carlo Calcagni, del Dipartimento ONA “Tutela delle vittime dell’uranio impoverito”, e per quanto riguarda l’Ordine degli Avvocati di Roma, il Prof. Avv. Antonio Caiafa, sono emersi questi aspetti.

L’amianto, come detto, è stato utilizzato per molti anni sia in ambito civile che militare provocando danni alla salute per coloro che ne hanno respirato le fibre. L’uranio è tema che tocca il comparto sicurezza. Infatti, i nostri uomini in divisa sono stati inviati in teatri di guerra senza la preventiva formazione ed informazione circa la presenza di uranio, e dei dispositivi necessari per proteggere e preservare la loro salute. L’uranio derivante dall’esplosione dei proiettili ha contaminato acqua, aria e suolo, e così la salute dei militari impegnati in missione. Gli effetti dell’uranio e dei metalli pesanti sta emergendo proprio nei tempi più recenti con casi di militari affetti da neoplasie altamente invalidanti insorte proprio successivamente allo svolgimento del servizio in territorio estero. Occorre poi effettuare un distinguo dal punto di vista medico-oncologico. La ricerca scientifica non ha ancora individuato una cura per il mesotelioma, che quindi resta una patologia ed esito infausto e con limitate aspettative di vita, mentre per l’uranio impoverito e i metalli pesanti è stato approntato un protocollo- c.d. protocollo Montilla- con l’obiettivo di detossicazione dell’organismo umano per la prevenzione della mutazione genetica che a sua volta determinerebbe l’insorgenza della patologia oncologica e perciò stesso il decesso del paziente. Proprio il Dott. Pasquale Montilla, presente tra i relatori del citato convegno (Amianto e uranio impoverito, in guerra e in pace: il ruolo dell’Europa e le funzioni dell’Avvocatura), ha illustrato il suo protocollo e tra i relatori anche l’ex Ministro della Difesa, Dott.ssa Elisabetta Trenta.

Una volta c’erano le pubblicità progresso che sensibilizzavano la popolazione su certe tematiche. Non sarebbe opportuno ri adottare una strategia simile per quanto riguardo la questione amianto?


Tra gli obiettivi dell’ONA c’è quello dell’informazione e della sensibilizzazione sia del cittadino lavoratore, che delle istituzioni. Infatti, l’informazione è un profilo essenziale, sia per conoscere le condizioni di rischio che per riconoscerle. C’è ancora molto da sapere circa la lesività dell’amianto, e dei suoi rischi per la salute, ed è per questo motivo che il tema deve essere oggetto di una più pregnante presa di posizione da parte del Governo assumendo tutte quelle determinazioni volte a tutelare le vittime.

Sta rilasciando questa intervista per un’associazione di ispirazione Cattolica. Quanto è importante la fede nel suo lavoro?

Nel Vangelo di Giovanni è chiaro il concetto del Dio che si fa Carne attraverso Cristo, che scende tra di noi per salvarci. Questo è un segno fondamentale che ci deve far comprendere come l’essere umano e la sua dignità, e la sua vita eterna, non possano e non debbano obliterare la salute e l’ambiente, come peraltro Papa Francesco ha più volte ribadito abbattendo gli steccati ideologici, e con una diretta interlocuzione con tutte le religioni. Proprio il pensiero di Papa Francesco è il punto di riferimento della mia personale azione come intellettuale e come professionista, quale avvocato impegnato nella difesa dei più deboli, delle vittime e dei loro familiari, oggetto di sopruso. Mi rammarica dovere, tutti i giorni, combattere giudiziariamente contro apparati dello Stato, Aziende di Stato, oltre che grandi aziende, che dimenticano i valori essenziali e sono poco sensibili alla salute dei propri dipendenti. Costoro non si rendono conto che provocare la morte di così tante persone, a migliaia, non solo per i tantissimi infortuni, spesso mortali, ma anche per le malattie professionali, che uccidono lentamente ma inesorabilmente. La tragica vicenda di Franco Di Mare con la sua forte e coraggiosa denuncia ne è la prova lampante e plastica dimostrazione. Le parole di Stella Di Mare, in Campidoglio, proprio nella Sala Laudato Sì, presso la quale Papa Francesco ha reso pubblica nel 2019 l’omonima enciclica, con l’ottava strofa del cantico citata proprio dal pontefice, rimarcando il vincolo tra l’essere umano e la Terra: la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.

Far soffrire, oltre alle vittime, e mi riferisco anche ai nostri militari impegnati nelle missioni all’estero, e i loro familiari in un modo così crudele è inaccettabile.

Voglio ribadire in questa sede che intendo il ruolo dell’avvocato non certo solo in chiave risarcitoria e cioè per intervenire dopo che, purtroppo, l’infortunio o la malattia si siano già verificati. Occorre agire anche nella funzione giudiziaria in chiave preventiva, evitare il danno alla salute e alla vita. E’ altresì molto importante accogliere l’invito di Papa Francesco a fermare tutte le guerre in corso. La terra non è di chi la inquina e la distrugge, ma è presa in prestito per le future generazioni ed è dono di Dio, e fa parte del creato. Quindi, l’impiego di proiettili all’uranio impoverito determina inquinamento di acqua, aria e suolo, e perciò anche i prodotti alimentari e l’acqua, così contaminati, provocano danni alla salute.

Sono colpiti, quindi, anche i civili, per centinaia di anni dopo l’utilizzo di questi proiettili. Quindi, le preoccupazioni di Papa Francesco sono serie e andrebbero recepite da tutti gli Stati. Continuare a distruggere, inquinare, contaminare e uccidere anche le future generazioni non è più ammissibile.

Print Friendly, PDF & Email