La soprano Sindy Gutierrez ha appena finito di incantare i palchi del Festival di Pollino, presso Lauria e Castrovillari (Cosenza). L’evento, giunto alla sesta edizione, ha visto protagonista la nostra Sindy che è a tutti gli effetti un astro nascente della musica lirica internazionale.

Nonostante sia molto legata alla musica colta del suo paese natio, SIndy ha saputo ampliare negli anni il suo repertorio anche grazie alla stretta collaborazione con il Maestro italiano Leonardo Saraceni.

Rilascia un’intervista esclusiva per noi, un’intervista che tra qualche anno avrà un’eco importante.

Ciao Cindy, quando nasce il tuo amore per la musica?

Nasce da quando sono piccola più o meno da quando avevo otto anni. Si ascoltava sempre musica a casa quindi il mio innamoramento alla musica è partito tra le mura domestiche, mentre cantavo con mia mamma. Sono entrata in un coro ed ho imparato a suonare il mandolino e poi la chitarra e nonostante tutto il mio amore per il canto era insostituibile da qualsiasi strumento. La gioia e l’entusiasmo aumentava anno dopo anno e la mia famiglia mi continuava a supportare anche se nessuno tra loro era un musicista. Ho cominciato a studiare la musica classica ed in seguito la lirica iniziando un cammino emozionante!

Chi è stato il tuo artista di riferimento?

C’è un grande bacino di artisti a cui ci si può ispirare, sia musicisti che cantanti. Io penso che l’ispirazione, come sottolineato sopra, può partire tra le mura domestiche e poi, eventualmente, nella scuola. E’ evidente che i grandi lirici come Luciano Pavarotti, Maria Callas sono sempre fonte di ispirazione, non tanto per il timbro musicale che è diverso dal mio quanto per la loro capacità unica di far propria la musica interpretata.

Il tuo paese è il Messico. Sei legata anche alla musica originaria?

Assolutamente si! Penso che le radici siano fondamentali, e se si scordano si dimentica la propria identità. Quando vado a fare le tournée all’estero porto sempre qualche pezzo tipico messicano, ed è come se portassi il fuoco della mia tradizione. Ho cantato spesso dei pezzi di Maria Grever ma anche della musica più popolare come José Jiménez. Sono sempre Felicissima di condividere la musica messicana e guardare il pubblico come accoglie con piacere la nostra musica mi rende onorata di essere messicana.

Com’è andata l’esperienza il ventuno e il ventidue agosto al Festival di Pollino presso Lauria e Castrovillari?

E’ stata un’esperienza proprio da ricordare. Questi due concerti che abbiamo fatto a Castrovillari (al chiuso) e Lauria (all’aperto) ci hanno riempito il cuore perché abbiamo scelto dei brani sia di compositori spagnoli come Manuel de Falla, italiani come Giacomo Puccini e messicani come Agustìn Lara. La mia performance è stata impreziosita dal pianista, J. J. Gonzalez Garcia, a cui devo un’accompagnamento impeccabile.

Qual’è stata l’esperienza musicale di cui ancora porti un vivido ricordo?

Questa domanda è difficile, molto difficile da rispondere perchè la musica ti regala tanti bei momenti. Quando ho cantato per la prima volta in Italia è stato un momento importante perché ero consapevole di essere immersa in un’altra cultura in quel momento. Anche in Messico quando sono stata al Festival Cervantino, il più importante festival del mondo latino Americano, mi sono spesso commossa nel vedere gente piangere mentre cantavo. Quindi, come ti dicevo, è difficile trovare un solo momento che porto nel cuore!

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