Al tempo della guerra di Troia, nel 1200 a. C. circa, in piena età del bronzo, al tempo in cui Omero immagina il dialogo tra Achille e Priamo, il Nordafrica era abitato da un popolo caucasico con un diffuso fenomeno di biondismo. Questo popolo, oggi è quasi totalmente scomparso ma anticamente era molto conosciuto anche se era diviso in varie etnie. Conosciamo questa popolazione dalle cronache che ci hanno lasciato varie civiltà limitrofe in varie epoche.

Non si tratta di un popolo mitico o ancestrale, si tratterebbe di un popolo storico e di cui conosciamo vari personaggi come gli scrittori Apuleio e Terenzio, il comandante Massinissa ecc. Non stiamo parlando dei Punici che erano di origine fenicia ma di quel popolo che noi conosciamo come col nome generico di Berbero ma che in realtà questo non era il suo vero nome ma era solo la denominazione che usavano gli arabi, nome mutuato dai Greci e che originariamente voleva dire semplicemente barbaro, cioè non Greco.

Una popolazione simile ai preindoeuropei

Questa era una popolazione molto simile alle genti che indichiamo come preindoeuropee che abitavano anticamente tutto il nostro continente. Si chiamavano Iberi, Aquitani, Camuni, Pelasgi, inoltre erano anche gli antichi Irlandesi, gli Iberi orientali o Caucasici progenitori dei Georgiani e dei Circassi.

Questi Berberi furono alleati dei Cartaginesi nelle guerre puniche come i preindoeuropei Pelasgi erano stati fra gli alleati dei Troiani. Gli storici latini, in questo caso, ci indicano col nome di Numidi questo popolo di etnia Berbera. Di loro ci tramandano che erano ottimi cavalieri.

I Berberi nelle cronache egizie

Gli Egizi nelle loro cronache menzionano il popolo dei Libi, a Occidente dell’Egitto, e sembra addirittura che qualcuno appartenente a tale popolo abbia ricoperto anche la carica di faraone. La diffusione del biondismo e i lineamenti europoidi potrebbero apparire fattori spiazzanti dato che questo popolo non parlava alcun idioma di tipo indoeuropeo e precedeva di millenni l’invasione di queste genti provenienti dalle steppe asiatiche.

Testimonianze moderne e declino

In epoca moderna, rimangono poche testimonianze viventi di queste civiltà. Ci sono i Guanci, gli originari abitanti delle isole Canarie, come anche i Cabili che abitano le montagne della Cabilia in Algeria e gli Amazigh in Marocco nella fertile regione del Rif. Ultimi esemplari di queste popolazioni le possiamo trovare anche nei nomadi Tuareg.

Sappiamo che questo popolo collassò quasi definitivamente a causa delle invasioni arabe che accompagnarono l’espansionismo islamico.

Berberi, Camiti e mitologia

Nella Bibbia queste genti vengono denominate Camiti per poter fare un collegamento col mito di Noè e dei suoi figli, mito in realtà ripreso dalla più antica mitologia Sumera. I Camiti corrisponderebbero nel suddetto mito ai bianchi del Nordafrica a cui qualcuno aggiunge anche gli Egizi.

La diffusione dei Berberi e il Sahara verde

Gli antropologi e i linguisti ipotizzano che queste popolazioni abbiano abitato in tempi remoti anche l’Etiopia e che in seguito si fossero molto ibridate con varie popolazioni, mantenendo però alcuni caratteri morfologici che ancora lì differenziano dalle altre popolazioni sub-sahariane come il volto con lineamenti neomorfici.

Occorre tener conto che il Sahara fino a cinque o seimila anni fa, anche se non era più quella foresta pluviale di un tempo, conservava pur sempre una vegetazione simile alla steppa ed alberi analoghi a quelli della savana. Sappiamo inoltre che precedentemente questo deserto aveva l’aspetto dell’attuale foresta del Borneo con enormi laghi e fiumi simili al Rio delle Amazzoni dove si aggiravano animali di grossa taglia.

Il significato di “Mauritania”

Una curiosità: Mauritania nella lingua dei Fenici, cioè dei Cartaginesi, vuol dire semplicemente “uomo dell’Ovest” detto nella loro lingua Mahurin. I Romani riprendono il termine dai Cartaginesi e chiamarono tutti i Berberi col termine Maurus, abitante della Maeuretania, provincia ad Ovest dell’odierna Tunisia, intendendo però indicare tutti i bianchi nordafricani.

Nel Medioevo, gli europei continuarono a denominare Mauri tutti gli abitanti del Nordafrica anche dopo la sostituzione etnica, anzi estesero il termine ad ogni musulmano. In tal modo il termine Mauro o moro prende il significato di scuro.

Questa è la ragione per cui, ancor oggi, molti sentendo parlare di imperatori africani pensano ad imperatori neri.

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