L’incertezza del momento storico che attraversiamo pone dubbi che si traducono spesso in vera e propria inquietudine per le nostre anime, alle quali occorre ora più che mai un nuovo vigore capace di sollevare lo spirito e di alimentare un nuovo sentimento propositivo rivolto al futuro.

Risulta pertanto necessaria una riflessione su una comune origine cristiana, per riscoprire quell’appartenenza collettiva che diventi motore di una nuova consapevolezza di sé stessi e di un nuovo rapporto con la realtà circostante: tali premesse trovano la loro concreta realizzazione nel cammino verso Caravaca De La Cruz, meta sacra che quest’anno celebra il suo anno giubilare, e ultima tappa di un ideale percorso costituito da una progressiva immersione nel patrimonio storico/culturale della Regione della Murcia, che attende solo di essere scoperto.

Valigie pronte? Bene, dunque è tempo recarsi in aeroporto alla volta di Alicante, tratta gestita da compagnie come Wizz Air e Vueling che vi permetteranno di volare nella penisola iberica in circa 2 ore di viaggio da alcune delle nostre città (Roma, Milano, Venezia, Bologna e Bergamo): la migliore opzione per giungere alle porte della regione della Murcia ad un costo contenuto.

Qui, verrete delicatamente presi per mano da un clima mite, e lo sguardo si poserà sulle distese montuose tipiche della Regione, che favoriscono l’estensione di aree brulle particolarmente adatte ad un’agricoltura rintracciabile su molte coste mediterranee, costituita ad esempio dalla produzione di agrumi, pomodori e dall’installazione di vigneti, fonti di grandi varietà vinicole: queste ultime degustabili in enoteche come La Diligente (https://ladiligente.es/), nel cuore della città di Murcia, che tenterà il vostro palato attraverso degustazioni e percorsi enogastronomici.

Soddisfatto l’appetito, è tempo di immergersi tra le meraviglie storico-artistiche della città di Murcia, capitale della comunità autonoma dell’omonima regione, ricca di una storia nella quale convergono dominazioni araba e cristiana che hanno lasciato numerose e identificabili tracce nell’architettura e nelle tradizioni del centro cittadino.

Camminando tra l’affascinante dedalo delle vie centrali, caratterizzate da palazzine di architettura liberty, sarà impossibile non imbattersi, anche casualmente, nella Cattedrale di Santa Maria, gioiello architettonico che concentra in sé elementi gotici (Porta degli Apostoli), rinascimentali (Cappella di Junterò) e infine barocchi, come la sontuosa facciata. Vie strette, edifici centrali barocchi: residui di un’architettura affermatasi di inizio ‘700 anche per merito di Francisco Salzillo, celebre scultore le cui opere sono custodite ed esposte nell’omonimo museo a lui dedicato, vero e proprio tempo della tradizionale artigianale della Regione (Museo Salzillo, Plaza de San Agustín, 3, Murcia).

Le figure sacre intagliate dal Salzillo sono l’attrazione principale che caratterizzano la sfilata iconografica durante la Settimana Santa. Il museo accoglie anche la splendida collezione del presepe in pieno stile napoletano, donato dai fratelli Emilio e Carmelo Garcia De Castro, mecenati amanti dell’arte che raccolsero pezzi unici con il denominatore comune di descrivere, oltre a scene sacre, anche la quotidianità del popolo napoletano del ‘700.

Rinfrancato lo spirito, potrete nuovamente riversarvi su Calle Traperia, una via che collega la principale arteria cittadina sulla quale sorgeva, nel 12esimo secolo, il muro che divideva cristiani e mussulmani, definitivamente eliminato poi da Giacomo I D’Aragona nel 1266, dopo la conquista della città. La strada deve il suo nome alla corporazione dei lavoratori dell’argento e dei gioielli, caratteristica riscontrabile in altre città che ospitavano intense attività manifatturiere nel loro passato (Roma ne è un esempio).

Riprendendo il cammino vi imbatterete presto nel famoso Casino Reale di Murcia (Calle Trapería, 18), edificio caratteristico della seconda metà del diciannovesimo secolo, che vanta un mix di stili moderni ed eclettici, che potrebbero suggerire al visitatore una sensazione di deja-vu riconducibile alle atmosfere descritte nei racconti dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald.

L’attività del club comprende una serie di attività socio/culturali come conferenze, presentazioni librarie e organizzazione di rinomati tornei di biliardo. A queste attività, si affiancavano all’inizio del 20esimo secolo, incontri d’alta società per decidere su questioni economiche (finanziamenti, sovvenzioni) e anche di carattere sociale (matrimoni), il tutto tra i sontuosi salotti preziosamente adornati di rifiniture dorate. La ricca giornata nella città di Murcia può dirsi conclusa, e per il meritato riposo il suggerimento è quello di restare nel centro della città rivolgendosi all’Hotel Murcia Rincón de Pepe (Calle Apostoles 34), situato nel cuore pulsante della città, a circa 200 metri dalla Cattedrale. Oltre al comfort offerto, è assolutamente consigliato consumare un drink nel piano più basso dell’hotel, presso La Muralla Cocktail Bar, intrigante pub un’autentica porzione di mura araba del 16esimo secolo.

Lasciamo Murcia per proseguire verso altre mete che incarnano nel loro tessuto più profondo le tradizioni legate alla Settimana Santa, festeggiata con fervore dagli abitanti delle città della Regione, tra le quali spicca Cartagena, gioiello della Costa Calida e crocevia portuale di estrema importanza strategica durante i suoi densi secoli di storia. La sua fondazione infatti è strettamente legata a doppio filo a quella di Cartagine, determinandone un’importanza tale da essere posta sotto le mire di Roma, che la conquistò elevandola anche dal punto di vista culturale come è testimoniato dal ritrovamento dal Teatro Romano, monumento di epoca augustea risalente al I secolo d.C., rinvenuto solo nel 1990.

L’accesso al Teatro è condizionato dall’entrata dal Museo del Teatro Romano, che espone in ordine monili, sculture e resti architettonici dell’epoca romana. Il percorso finale, sotterraneo, del museo condurrà alla spettacolare cavea del Teatro, in grado di ospitare fino a 6000 posti. La cavea, inoltre, è sovrastata da una porzione ben visibile della Vecchia Cattedrale, presumibilmente costruita dopo la riconquista cristiana del 1245.

Terminata la visita storica è doveroso concedersi una passeggiata nel cuore della città rappresentato da Calle Mayor, via principale costeggiata da edifici in pieno stile modernista, dove potrete approfittare di uno dei migliori ristoranti della zona, ossia La Marquesita (https://lamarquesita.net/), che offre piatti tipici della tradizione spagnola (ma anche semplici e deliziose insalate, come la “ensalada de frutos secos, membrillo, jamòn y teja de parmesano berenjas con pesto”, una festa di sapori).

Un’ulteriore tappa che s’interpone come un’ideale avamposto  preliminare a Caravaca De La Cruz, è senza dubbio rappresentata da Lorca, città barocca che meglio incarna i festeggiamenti biblico/passionali della Settimana Santa, che qui assumono significati simili di sfida e rivalità tra le confraternite bianca e azzurra (Paso Blanco e Paso Azul), che sfilano ricostruendo scene dell’Antico Testamento attraverso l’ausilio di carri, cavalli e i famosi ricami (bordados) in seta e oro, finemente tessuti a mano. La creazione di questi pregiati mantelli può essere osservata presso Museo Azul de la Semana Santa (Museo della Confraternità Blu) che vanta un laboratorio attivo tutto l’anno. Analogamente, il museo della confraternita bianca (muBBA – Museo de Bordado Paso Blanco) propone stupendi bordados in esposizione.

Entrambi i musei contengono al loro interne delle Chiese (San Francesco per il museo del paso azzurro e la Cappella del Rosario per il museo del paso bianco) con rifiniture ed ornamenti completamente dorati, che lasciano i fortunati visitatori tra lo stupore e la meraviglia.

La passione e la partecipazione cittadina hanno avuto un ruolo fondamentale nel riconoscimento de la Settimana Santa di Lorca come Festa di Interesse Turistico Internazionale nel 2007, mentre è in fase processuale per l’ottenimento dello status di Patrimonio Culturale Immateriale per l’Umanità da parte dell’UNESCO la magistrale tecnica di ricamo dei bordados.

L’eredità storica, le meraviglie sensoriali e la fede pulsante vissuti finora confluiscono nel loro apice finale, Caravaca de La Cruz, visivamente sintetizzato dall’iconica facciata della Basilica della Vera Croce, realizzata con il tipico marmo proveniente da Cehegín e che esprime al meglio lo stile barocco. La Basilica appartiene ad un complesso fortificato che domina l’antico borgo cittadino, edificato dall’ordine dei Templari intorno al XV secolo, tuttavia la primaria stratificazione urbana è dovuta alla dominazione araba del XII secolo: a questo periodo coincide la leggenda legata alla croce di Caravaca: il re moro Abù Zaid concesse ad un prete imprigionato nelle segrete del castello, la possibilità di celebrare messa, tuttavia non erano presenti croci per svolgere l’evento liturgico. Giunsero due angeli, che posero una croce con due assi orizzontali, e il re rimase così sbalordito da convertirsi successivamente al cristianesimo.

Il castello, oltre a rappresentare un baluardo storico e religioso, è anche lo scenario di una tradizionale festa popolare, la spettacolare corsa de Los Caballos del Vino che ha luogo tra il 1 e il 3 maggio ed è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO nel 2020. La storia della competizione trae le sue radici nella leggenda: nel XIII secolo, alcuni templari riuscirono a recarsi fuori dalle mura del castello, assediato dalle truppe arabe, con lo scopo di rifornirsi d’acqua. Purtroppo trovarono solo del vino, e riuscirono a tornare al castello e a distribuirlo. Chiunque lo bevve guarì immediatamente da i mali che lo affliggevano. La gara dunque, emula lo straordinario percorso di ritorno dei cavalieri templari al castello, con una formazione di quattro persone impegnate nel trattenere il cavallo ma cercando, al tempo stesso, di arrivare il prima possibile al traguardo.

La gara ha acquistato nel corso del tempo connotazioni ben definite, come la tradizione dei manti ricamati che ornano i cavalli, divenuti sempre più elaborati e appariscenti, talmente caratteristici, da divenire riferimenti per una vera e propria competizione di bellezza a sé stante rispetto alla corsa principale. A contendersi la vittoria sono i cavalli rappresentanti delle circa 60 peñas (i club, le associazioni che rappresentano i vari quartieri della città).

La commistione tra sacro e popolare ben rappresenta la grande forza spirituale esercitata da una spiritualità che permea questa terra sintetizzata nel culto della Vera Cruz, manifestazione vivida dell’azione di Dio, resa quest’anno ancora più sacrale dall’attuale svolgimento dell’Anno Giubilare in Perpetuum, concesso da San Giovanni Paolo II nel 1998, con cadenza settennale.

L’evento prevede anche il ricevimento dell’indulgenza plenaria per coloro che parteciperanno al pellegrinaggio verso Caravaca, Il cammino per raggiungere Caravaca suggerito è quello del Levante, costituito da 120 km totali e suddiviso in 5 macrotappe con inizio dalla città di Orihuela, percorribile senza troppe difficoltà e privo di dislivelli importanti. Una pratica soluzione per ottenere la ricompensa spirituale tanto desiderata, con certificato.

Caravaca de La Cruz pone nella sua offerta spirituale una totale immersione religiosa, talmente profonda da indagare anche il grande mistero della morte di Gesù Cristo, narrata con dovizia scientifica nella mostra The Mystery Man, che ripercorre l’analisi, quasi forense, del trapasso di Gesù. La mostra, allestita presso la Chiesa della Compagnia di Gesù e visitabile fino al 31 luglio, proporrà un duro viaggio attraverso ricostruzioni audiovisive, non lesinando dettagli cruenti sulle torture subite dal Nazareno, che culminerà con l’esposizione di una scultura iperrealistica di un Gesù post mortem, capace di suscitare sentimenti emozioni al limite dello sgomento nel cuore del credente e, per questo motivo, non particolarmente adatto a persone facilmente impressionabili.

Fede, arte, storia e cultura: la Regione della Murcia offre, attraverso questo itinerario ideale, una proposta ancor più vivida in questo speciale anno dedicato alla celebrazione giubilare di Caravaca de La Cruz, mantenendo la premessa iniziale, ossia quella di restituire sollievo e speranza ai pellegrini di passaggio e di offrire un approccio alla fede miscelato con le tradizioni popolari, fondendosi in un’esperienza magnetica, capace di attrarre a sé e far innamorare anche il più scettico dei visitatori.

 

 

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