Piercarlo Bormida è un musicista che ha fatto della sperimentazione musicale una ricerca continua, vissuta come armonizzazione delle facoltà latenti dell’essere umano. Ebbene si, la musica oltre il suo lato ludico possiede anche quelle chiavi di supporto che permettono l’accesso a mondi sottili che una percezione grezza o distratta non è capace a percepire. Questa intervista, per chi ha la giusta sensibilità, può fungere da incipit per una ricerca interiore non votata esclusivamente alla lettura e alle pratiche meditative ma a qualcosa di più vasto e, permettetemi il termine, cosmico.

Piercarlo Bormida, lei musicista sperimentatore di frequenze. La creazione delle sue composizioni non ha il semplice fine di intrattenimento dell’ascoltatore, bensì di riequilibrare i centri sottili dell’ascoltatore. E’ corretto?

E’ corretto, diciamo che per quanto mi riguarda negli ultimi anni la produzione di musica si è fatta più consapevole e meno dettata da pulsioni esclusivamente artistiche. Spesso la cosa è inconsapevole per i compositori, ma diciamo che ritornare allo studio del suono con una finalità olistica (passatemi il termine, per quanto inflazionato) mi ha portato a fare un passo avanti. E’ una questione sottile, nel senso che si mette da parte il proprio ego in virtù di una esplorazione rivolta al benessere delle persone che ascolteranno le ‘tue’ creazioni (perché di questo stiamo comunque parlando). Gli esseri viventi sono composti da un corpo fisico, certo, ma anche (e soprattutto, vorrei aggiungere) da corpi sottili che sono antenne in perenne ricezione (e trasmissione) di frequenze all’interno (e all’esterno) di una griglia, un campo morfogenetico per dirla alla Sheldrake. Ovviamente non rinnego né disdegno l’approccio puramente ludico e ricreativo della musica: se pensiamo a quella da ballo mi piace spesso affermare che “un popolo esiste solo quando combatte e quando danza.” E quest’ultima opzione è decisamente la mia preferita, se consideriamo il combattimento (che di per sé può essere etico e costruttivo anch’esso se finalizzato al confronto puro degli atleti per esempio) come sinonimo di guerra. Le parole sono importanti, diceva qualcuno… Come i suoni.

Spesso su internet si trovano video che tramettano onde sonore in determinati Hz. E’ vero che a seconda degli Hz si riequilibrano gli stati psichici dell ‘uomo? Se vuole ci parli una tipologia particolare di Hz.

La domanda è complessa e apre infinite discussioni al riguardo: con la parola Hertz intendiamo l’unità di misura che abbiamo adottato per orientarci in un universo decisamente dilatato, ma soprattutto matematico. L’unità di misura in questione può essere applicata a qualsiasi evento periodico, un hertz equivale ad un impulso al  secondo (il ticchettio di un orologio, per intenderci). Ne consegue che aumentando i cicli al secondo percepiamo i suoni come differenti e possiamo quindi trasferirli al sistema musicale composto dalle note. Alle note corrispondono precise frequenze misurate in Hertz; al di là della scelta di usare il LA intonato a 440 Hz o a 432 Hz, o a 455 Hz (qui si apre una parentesi ai confini della realtà che ha a che fare con le scoperte del Rabdo Team di cui faccio parte), o a diverse altre soluzioni che storicamente si sono alternate e/o susseguite. Il mio lavoro di ricercatore in ambito vibrazionale non mi ha portato ad aver trovato la frequenza miracolosa, anche se ho constatato che alcune frequenze portano ad accentuare determinati ‘stati’ di (ben)essere. Vorrei aggiungere che personalmente credo che abbiano altrettanta importanza la risonanza acustica e soprattutto l’intervallo come rapporto fra due frequenze (ossia la differenza in altezza fra due suoni). Approfondendo gli studi del Dr. Royal Raymond Rife si scopre che accadono prodigi (in ambito terapeutico) se si usano sapientemente le frequenze elettromagnetiche (possono devitalizzare gli agenti patogeni). Non è forse ogni suono che sentiamo una specifica frequenza? Gli esseri viventi (umani inclusi, anche se spesso si sentono superiori agli altri abitanti del pianeta) sono assolutamente sensibili alle vibrazioni, essendo immersi in un mare di frequenze… Venendo alla sua domanda, sì: posso senza ombra di dubbio affermare che gli stati psichici dell’uomo possono essere amplificati dall’ascolto (e non mi riferisco ai soli canali uditivi) di determinate frequenze. In questi anni di sperimentazione ho potuto verificarne la veridicità conducendo decine di bagni di frequenze condotti con strumentazione esclusivamente elettronica. Le potenzialità del nostro apparato sensoriale sono incredibili e potenti, e ben lo sapevano le scuole iniziatiche del passato. Forse non solo loro, ma anche personaggi come Giuseppe Calligaris o Gustavo Rol.

Da qualche anno si dice che le recenti registrazioni audio sono settate su una banda sonora che non è la migliore. E’ vero o è la solita fake news?

Il mondo in cui viviamo è diventato un luogo molto superficiale a cui piace alimentarsi di notizie e scoop più o meno fuorvianti. In questo caso diciamo che personalmente ritengo ci sia anche qualcosa di sensato, qualcosa! Se ci riferiamo alla scelta dei 440 Hz come intonazione del LA come accennavo sopra, possiamo affermare che è entrata in vigore a partire dal 1955 (e successivamente adottata dalla ISO – International Organization for Standardization nel 1975) con la finalità di uniformare le orchestre di tutto il mondo e conseguentemente la produzione degli strumenti musicali. Quindi attribuirne la promozione al ministro della Propaganda del Partito Nazionalsocialista Joseph Goebbels è una forzatura. Quello che io ritengo sia però interessante è il fatto che l’intonazione a 432 Hz sia in sintonia con la matematica dell’universo (che si basa sul P Greco): lo studio del Prof. Corrado Malanga sull’Evideon è molto chiaro e invito i più curiosi a leggerlo. Forse apriranno la mente a qualcosa di meno ‘standardizzato’.

Nel 2019 siamo stati social-media partner con la nostra al tempo solo associazione “Il Bardo” di un evento speciale svoltosi a Firenze (“La chiave armonica dell’Universo”) dove i temi erano proprio questi: niente a che fare con la new-age, che spesso mi piace ridefinire new-cage, si parlava di Scienza e Spiritualità, musica e vibrazioni.

Ci vuole parlare dei suoi ultimi lavori? Personalmente sono rimasto completamente affascinato da quello che ha fatto sui simboli runici, ovvero quei segni archetipali pregni di forze cosmiche.

Parto da questo lavoro per arrivare a quelli successivi. La mia passione per le antiche civiltà mi ha portato sin dalla giovane età ad approcciarmi a quel mondo così affascinante che va sotto il nome di ‘cultura nordica’. Uno degli elementi tipici di questa visione sono le Rune, notoriamente conosciute come alfabeto utilizzato dalle antiche popolazioni germaniche, ma anche come sistema magico di divinazione, etc.  Praticando lo yoga runico mi sono appassionato alle potenzialità energetiche delle Rune e ho affiancato alle posture tipiche di questa magnifica forma di disciplina che coniuga ginnastica e meditazione l’uso delle frequenze musicali (il suo nome originario è stadhagaldr che significa appunto postura –stadha- e suono/canto – galdr). Attraverso la connessione con le forze cosmiche e ctonie legate a ciascun segno del Futhark (l’alfabeto più utilizzato di 24 glifi, ma esiste anche quello ridotto a 18 denominato Armanico) possiamo attivare il nostro sé interiore e connetterci all’ambiente circostante (nel vero senso della parola!) sintonizzandoci come vere e proprie antenne.  Attraverso la ginnastica runica riusciamo a controllare il respiro, il pensiero, le emozioni con un atto di volontà strettamente legato alle giuste frequenze: i due album che ho composto sono il risultato di questi studi e sono disponibili sulla mia pagina bandcamp. Ogni postura genera effetti fisici e psichici non indifferenti, provare per credere.

Venendo invece ad altri lavori, vorrei citare quello sul DNA basato sugli studi della biologa Marie Anne Clark e del musicista John Dunn (un EP che ho pubblicato durante il periodo del Covid per alzare le frequenze con tracce studiate per la produzione di Serotonina, l’ormone del buon umore), per poi passare all’ultimo album intitolato “Toward the Sun” che è un disco ambient ispirato dal flusso dei raggi cosmici. E’ stato appena pubblicato dall’etichetta americana Exosphere (Synphaera Records) di Los Angeles.

Lei sta rilasciando questa intervista per un’associazione di ispirazione Cattolica. Non tutti sanno che lei è uno dei maggiori ispiratori de ”Il Bardo”, ovvero una nazione che non esiste sulle cartine ma esiste concretamente. La spiritualità è coltivata in essa?

Non ci definiamo una nazione (troppa grazia, caro Lelio), ma una micro-nazione intenzionale: questo perché siamo convinti che fare le cose in piccolo sia una risorsa.

Diciamo che però esiste concretamente come espressione di vitalità, isola di inclusione e spazio circoscritto di creatività in espansione. Le utopie dopotutto non sono tali soltanto sino a quando qualcuno decide di metterle in pratica! La spiritualità è uno dei cardini della nostra piccola patria, che al momento conta 300 cittadini da tutto il mondo con i più differenti orientamenti e le più eterogenee confessioni. Personalmente ho compiuto studi classici presso il Seminario Vescovile di Cuneo e questo mi ha portato a considerare il Sacro come elemento fondante dell’individuo e della società. Vedo però l’aspetto spirituale all’interno di una visione ecocentrica più che antropocentrica: il rispetto per ogni forma di vita, l’arte come risposta al degrado e la connessione con madre natura sono il nostro modo di essere spirituali. Per dirla alla Guido Keller: “esseri liberi tendenti alla perfezione”.

 

 

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