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Un incontro con il maestro Angelo Tonelli

Il Maestro Angelo Tonelli, viene riconosciuto come uno dei massimi traduttori italiani dei classici greci. Sempre molto impegnato tra tour teatrali e presentazioni di suo opere, è riuscito a ritagliare per il giornale Tota Pulchra news qualche lampo della sua sterminata cultura. Da sottolineare la pubblicazione della sua ultima fatica ”Visioni e risvegli” di Zosimo di Panopoli

 

 

 

Maestro, che influsso ha avuto Giorgio Colli sulla sua vita filosofica?

Giorgio Colli è stato l’incontro fondamentale della mia giovinezza, e mi ha iniziato alla Sapienza greca come via privilegiata per interrogare e accostare il mysterion della vita-morte attraverso le allusioni dell’enigma, l’esperienza dell’unità complementare tra Apollo e Dioniso, e le parole di Parmenide, Eraclito, Empedocle, riportate da G C alla loro pregnanza sorgiva.

 

Il greco antico perché è ancora cosi importante? Sembrerebbe una lingua morta , a parte la liturgia bizantina.

Perché custodisce quei tesori di Sapienza a cui mi riferivo prima, e perché la lingua greca antica è la base del nostro linguaggio, e dunque del nostro modo di pensare. Come scriveva P.B.Shelley, “Siamo tutti Greci”.

 

La poesia, quella vera, supera l’aspetto dialogico della filosofia. E’ davvero l’ultimo ponte che possiamo percorrere verso il divino?

La poesia, se non si limita alla sfera della introspezione psicologizzante e recupera la sua matrice orfica e mistica, implica uno stato di coscienza che può andare oltre  la sfera razionale propria della filosofia, e favorire, come anche le pratiche meditative a cui exempli gratia i Pitagorici dedicavano gran parte della loro vita, una forma di conoscenza intuitiva del Divino, che non è accessibile per via, appunto, razionale, bensì per esperienza, “contatto”.

 

Ci parli della sua ultima pubblicazione ”Visione e risvegli” di Zosimo di Panopoli

È la riedizione, a quasi quarant’anni di distanza, del mio primo libro di filologia. Una riedizione che tiene conto della monografia su Zosimo uscita nel frattempo presso Les Belles Lettres, a cura di Mertenz. Raccoglie, oltre ad altri scritti di ispirazione ermetica e gnostica, il trattato “Sulla Virtù” (Περι αρετης), che è una sequenza di visioni dell’alchimista Zosimo di Panopoli concentrate sull’ “acqua divina”, che egli stesso definisce “mistero supremo”.Essa è simbolo dell’Uno -Tutto, unisce in sé maschile e femminile, e chi ne intenda la natura profonda potrà ottenere l’aurum non vulgi, l’oro alchemico, ovvero la realizzazione spirituale. La complessa trama delle visioni di Zosimo, con la sua alternanza di sacrifici e metamorfosi e la ricchezza di figure simboliche, attrasse in tempi moderni l’attenzione di C.G.che gli dedicò un saggio su Eranos.

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