Dottoressa Perucchietti, lei sta rilasciando questa intervista per un’associazione Cattolica. Secondo la sua opinione, la Chiesa sta favorendo la riaffermazione del ruolo dell’uomo in un contesto sempre più distopico?
Non abbastanza. Credo che la Chiesa dovrebbe farsi sentire con maggiore forza e vigore, soprattutto per spiegare ai fedeli i rischi del transumanesimo e del postumanesimo e mostrare al mondo i rischi e le derive distopiche di tali movimenti, senza lasciare spazio a dubbi o incertezze.
La sua ultima fatica si intitola ‘’I signori dell’immortalità’’ che parla di questa ‘’cricca’’ di scienziati, e non solo, che stanno facendo di tutto tramite determinate tecnologie per ottenere la cosiddetta vita eterna. Ce ne vuole parlare? E, soprattutto, che differenza c’è tra alcuni filosofi di un tempo che ricercavano ‘’l’elisir di lunga vita’’ rispetto a questa nuova maniera di approcciarsi all’eternità?
Oggi, il tecno-progressismo della Silicon Valley esalta l’applicazione della tecnologia come il mezzo per risolvere tutti i problemi dell’Uomo, compresi la vecchiaia e la morte. I magnati delle Big Tech, scienziati, transumanisti e tecnocrati condividono l’ossessione per la ricerca dell’immortalità. Ognuno a modo suo. Se Ray Kurzweil, uno dei padri della singolarità tecnologica, prende decine di pillole ogni giorno per mantenersi in salute, mentre il filosofo e futurista Max More, autore della celebre Lettera a Madre Natura ed ex presidente e amministratore delegato della Alcor, ha deciso di affidarsi alla crionica, Bryan Johnson, fondatore della Kernel, ha un team di 30 medici ed esperti di salute rigenerativa che supervisionano il suo regime e spende circa 2 milioni di dollari all’anno per far sì che il suo corpo riacquisti la giovinezza. Il cofondatore di PayPal, Peter Thiel, pensa invece di poter arrivare a vivere fino a 120 anni. Per un po’ di tempo sono circolate voci sulla macabra abitudine di Thiel di ricevere trasfusioni di plasma di ragazzi, ovviamente a pagamento (si tratta della parabiosi), per riuscire a ottenere la gioventù eterna.
È bene insistere sul fatto che si tratta di un lusso per privilegiati, ed è anche un macabro esempio della forbice sempre più marcata tra paperoni e poveri, in cui quest’ultimi, nel caso siano giovani e in salute, arrivano a donare il proprio sangue facendosi letteralmente “vampirizzare” da dei folli accecati dal mito dell’eterna giovinezza. Se è auspicabile rallentare l’invecchiamento, adottare uno stile di vita più sano, ritardare la comparsa di patologie neurodegenerative e curare i disturbi correlati all’avanzare dell’età, altra cosa è calarsi nei panni di moderni stregoni, pensando di poter correggere un “difetto di fabbricazione”, come se l’essere umano fosse un prodotto difettoso da modellare e aggiustare. Questo, però, è proprio il fulcro del transumanesimo: chi vi aderisce condivide una visione meccanicistica e riduzionista dell’esistenza umana per cui l’Uomo si ritiene obbligato a continuare la propria evoluzione come se fosse una macchina o un dispositivo da aggiornare. La filosofia di fondo del transumanesimo è la liberazione dell’Uomo dalla biologia, dalla Natura e, ovviamente, da Dio.
Spesso si paragonano, in modo improprio, i progetti dei magnati della Silicon Valley all’alchimia. La moderna ricerca di un prolungamento indefinito della vita non ha nulla, se non sulla carta, in comune con la tradizione ermetica. L’obiettivo dell’alchimia, la trasmutazione, è degradata ed è diventata “parodia”, una scimmiottatura dell’Opus. Lo scopo dell’alchimia tradizionale è riscattare l’Uomo e la Natura attraverso l’Opera di trasmutazione. Questo processo non ha la presunzione di applicarsi all’umanità intera, anzi, è l’esatto opposto di un processo democratico o egualitario: solo l’iniziato può compiere e realizzare l’Opera. E non è nemmeno detto che ci riesca. Il percorso è assolutamente elitario, iniziatico, il più delle volte solitario, e impone il silenzio.
La modernità ha eroso la ricerca spirituale dell’ermetismo per rendere l’Uomo un mero dominatore della Natura. Ha però mantenuto il mito ottimista della rigenerazione spirituale che permeava l’ermetismo, facendosi influenzare dal cosmismo russo, i cui temi principali comprendono il ruolo attivo dell’Uomo nell’evoluzione umana e cosmica, la creazione di nuove forme di vita, l’estensione illimitata della longevità umana a uno stato praticamente immortale, la resurrezione fisica dei morti, l’esplorazione e la colonizzazione dell’intero universo e altri “progetti” di ampia portata.
Ultimamente sta avendo successo tra la massa un libro di Y.N. Harari dal titolo ‘’Homo sapiens’’. Cosa ne pensa di questo libro che è diventato subito un best seller?
Il successo di Harari si può spiegare con la creazione a tavolino di un successo editoriale: il personaggio, lungi dal propugnare chissà quali illuminanti idee è semplicemente uno dei tanti profeti e portavoce degli oligarchi di Davos e, non a caso, è il pupillo di Klaus Schwab.
Mi permetto di farle una domanda apparentemente semplice ma che spesso mal interpretata. Cosa è realmente la manipolazione?
La manipolazione è un tipo di influenza sociale finalizzata a modificare e plasmare la percezione o il comportamento degli altri, usando schemi, tecniche e metodi subdoli e ingannevoli che possono orientare ed eterodirigere il consenso.
Per quanto riguarda la manipolazione sociale, con l’avvento della moderna società di massa, il potere ha dovuto esercitarsi su un numero sempre maggiore di persone. L’arte del controllo ha finito per divenire una vera e propria “scienza della manipolazione”, una forma di ingegneria sociale che riesce a influenzare in modo sempre più sofisticato e capillare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors). I governanti hanno inoltre compreso che è più efficace esercitare la cosiddetta manipolazione “dolce” dei cittadini, plasmandone i desideri, i pensieri e orientandone le abitudini, anziché imporsi con la violenza e la repressione, minacciando castighi e infliggendo punizioni. Penetrare nella psiche delle persone permette di convertire costoro, riprogrammandone la coscienza: si può, seguendo e applicando le giuste tecniche del controllo e della manipolazione sociale, ottenere dei risultati prestabiliti, convertendo l’opinione pubblica a qualunque scelta preordinata dal potere. La propaganda e l’ingegneria sociale non servono solo a plasmare e controllare l’opinione pubblica e a eterodirigere il consenso, ma tendono anche a creare un essere umano “intercambiabile” e “unidimensionale”, un clone tra i cloni che sia talmente svuotato e spersonalizzato da seguire pedestremente tutti i diktat del Sistema, illudendosi di essere libero.
E’ evidente che, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, esiste un gruppo di poche persone che sta dirigendo i fili invisibili della storia degli ultimi anni. Lei ha scritto un libro sugli illuminati di Davos. Chi sono e soprattutto quale è il loro fine ultimo?
A Davos, si riuniscono ogni anno i rappresentanti di quella tecnocrazia che tira le fila del mondo e che intende distruggere ciò che rimane del vecchio ordine per costruirne uno nuovo, iper-progressista, ditale, automatizzato, in apparenza inclusivo. Citando l’adagio dello speculatore finanziario George Soros, si tratta di «Piegare l’arco della storia nella giusta direzione». Con il Grande Reset, ci troviamo dinanzi a un progetto distopico che traghetterà la popolazione globale verso una “rinascita”, attraverso l’istituzione di un “nuovo ordine” tecnologico, automatizzato, “green”, in cui nessun avrà privacy né possederà nulla ma sarà “felice”. Esso prevede la creazione di una “algocrazia” in cui ogni aspetto della nostra vita rischierà di essere predisposto, controllato, automatizzato e sorvegliato da un occhio ben più crudele e spietato di quello del Grande Fratello orwelliano.
Il Grande Reset non prevede “solo”, come molti economisti pensano, un reset dell’economia mondiale, perché il crollo dell’economia industriale si pone come trampolino di lancio per ben altri obiettivi, che coinvolgeranno l’intera società. Su questo il fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, è molto chiaro nel descrivere nel suo La quarta rivoluzione industriale uno stravolgimento globale della nostra società in una direzione postumana. L’Agenda del Grande Reset è composta da diversi punti cruciali che vengono analizzati nel dettaglio dallo stesso Schwab nelle sue opere e che possiamo riassumere in: globalizzazione, decarbonizzazione, digitalizzazione, Intelligenza Artificiale e automazione (e conseguente “sostituzione del lavoro umano”), moneta digitale, Internet delle cose, identità digitale e biometrica per tutti, robotica avanzata, sharing economy, capitalismo della sorveglianza e in definitiva, il transumanesimo e il postumanesimo.