Patrizio Oliva, nato il 28 gennaio 1959, è un ex pugile italiano che ha raggiunto vette straordinarie nella sua carriera. Ha vinto la medaglia d’oro nelle Olimpiadi di Mosca nel 1980 nella categoria dei pesi superleggeri e qui è stato premiato come miglior pugile con la coppa Val Barker. Da professionista, ha conquistato il titolo di campione italiano, europeo e del mondo nei pesi superleggeri ed è stato campione europeo nei pesi welter .La sua carriera si distingue per i numerosi successi e il suo contributo al pugilato italiano
1. Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro e quale messaggio principale desideri trasmettere ai lettori, in particolare ai giovani di Napoli?
Il libro tecnico sul pugilato che ho recentemente pubblicato è dedicato a tutti coloro che praticano la boxe e agli appassionati. Non si tratta solo di tecniche e strategie, ma è un invito a riflettere sulla disciplina e il sacrificio che questo sport richiede. Al contrario, il libro “Sparviero”, scritto insieme a mio nipote Fabio Rocco Oliva nel 2016, porta un messaggio di speranza e resilienza. Racconta come, nonostante le avversità e le difficoltà, sia possibile credere in sé stessi e nei propri sogni. La realtà dei social media spesso propone una visione distorta del successo, suggerendo che ci siano scorciatoie facili. Ma è fondamentale che i giovani comprendano che il vero successo richiede impegno, determinazione e una volontà di affrontare le sfide. Dobbiamo formare una generazione di giovani forti, capaci di riconoscere e affrontare le proprie debolezze, trasformandole in punti di forza.
2. In che modo la tua esperienza personale e la tua carriera nel mondo della boxe influenzano il tuo approccio nell’insegnare ai ragazzi e nel motivarli a superare le difficoltà?
In ogni ambito della vita, è importante comprendere che nulla viene regalato; bisogna lavorare sodo per ottenere risultati. Il pugilato è un perfetto esempio di questo concetto: ogni vittoria è il frutto di ore di allenamento, sacrificio e dedizione. La fatica è parte integrante del percorso verso il successo, e i giovani devono imparare che ogni sforzo compiuto oggi è un investimento per il loro futuro. La vita può mettere alla prova le nostre capacità e il nostro coraggio, ma è proprio attraverso queste esperienze che si forgiano carattere e resilienza.
3. Quali attività o programmi stai attualmente portando avanti per aiutare i giovani napoletani in situazioni di difficoltà economica e sociale?
Attraverso la palestra Milleculure, che gestisco insieme all’olimpionico di scherma Diego Occhiuzzi, abbiamo creato un’iniziativa importante: offriamo sport gratuitamente a bambini provenienti da famiglie che non possono permettersi di pagare una retta mensile. Questo è un modo per promuovere l’inclusione sociale e garantire che tutti i bambini abbiano accesso a opportunità di crescita e sviluppo. Lo sport non è solo un’attività fisica, ma un mezzo potente per costruire comunità e prevenire il rischio di cadere nella criminalità. Offrendo un ambiente sicuro e stimolante, possiamo aiutare i giovani a trovare un senso di appartenenza e a costruire un futuro migliore.
4. In che modo pensi che la tua storia possa ispirare i ragazzi a perseguire i loro sogni, nonostante le avversità che possono incontrare lungo il cammino?
La mia storia personale è un esempio di resilienza e determinazione. Provenendo da un quartiere popolare e vivendo situazioni di grande difficoltà, come la povertà e la violenza familiare, ho dovuto affrontare sfide enormi. La morte prematura di mio fratello quando avevo solo 12 anni ha segnato profondamente la mia vita. Ho imparato a percorrere 25 km a piedi perché non avevo i mezzi per pagare il trasporto. Tuttavia, ho sempre creduto in me stesso e ho perseguito i miei sogni con determinazione. La mia esperienza dimostra che, nonostante le avversità, è possibile superare le difficoltà e raggiungere i propri obiettivi. Voglio trasmettere questo messaggio a tutti: se ce l’ho fatta io, possono farcela anche gli altri.
5. Quali sono le tue prospettive future e i progetti che hai in mente per continuare a supportare i giovani e promuovere valori positivi nella comunità?
Attraverso la pratica dello sport, è possibile trasmettere valori fondamentali come il rispetto delle regole, la solidarietà, la tolleranza e la fiducia in se stessi. Questi principi non sono solo essenziali nel contesto sportivo, ma si traducono anche in un comportamento civico responsabile. Insegnando ai giovani a rispettare gli avversari e a lavorare insieme per un obiettivo comune, stiamo formando cittadini migliori. Se un giovane cresce con i valori dello sport, avrà maggiori probabilità di diventare una persona rispettosa e consapevole, capace di contribuire positivamente alla società. Questi valori possono aiutare a costruire una comunità più forte, in cui le persone si sostengono a vicenda e rispettano l’ambiente e le leggi.