Le ripercussioni economiche della crisi sanitaria dovuta all’ormai famigerato Covid 19 sono notevoli e le previsioni per i prossimi trimestri sono caratterizzati da una notevole incertezza. In Italia il Prodotto Interno Lordo, la ricchezza globale del paese, ha avuto, durante il periodo del lockdown, una notevole flessione che purtroppo è andata a colpire un sistema economico già fragile per la crisi dei debiti sovrani e per l’instabilità del sistema finanziario.

Le previsioni economiche in Italia nei prossimi anni prefigurano una robusta ripresa, superiore, per la prima volta da anni, a quella delle altre nazioni europee.

I tempi e l’intensità della ripresa dipenderanno da diversi fattori, la cui evoluzione è difficilmente prefigurabile: la durata e l’estensione del contagio, l’evoluzione dell’economia globale, la creazione di un clima di fiducia istituzionale che influisca positivamente sulle decisioni di spesa dei cittadini e di investimento delle imprese.

La crisi economica come tutte le crisi ha colpito soprattutto le fasce più deboli della popolazione, che già precedentemente vivevano situazioni di disagio economico e sociale.

Questa pandemia ha sottolineato ed ampliato le disuguaglianze causate da un modello economico, basato sulla globalizzazione incontrollata e sulla supremazia assoluta del mercato, che ha fallito nel suo obiettivo principale: migliorare la qualità della vita di un numero sempre maggiore di individui ed ha invece generato una più ampia frattura tra ricchi e poveri generando maggiori fasce di marginalità sociale.

Gli ultimi rapporti sulla povertà della Caritas Italiana sono impietosi ed evidenziano che circa il 30% dei beneficiari dei servizi è rappresentato dai cosiddetti nuovi poveri, famiglie e individui che per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e di deprivazione economica. Tra gli assistiti prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare, i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari che non usufruiscono di ammortizzatori sociali.

I fenomeni di sovraindebitamento delle famiglie e di crisi di liquidità delle imprese si sono quindi ampliati e la spasmodica ricerca di denaro può generare una crescita del canale dell’usura che letteralmente strozza individui e imprese in un circolo vizioso dal quale è sempre più complicato uscire.

Il Microcredito, può essere una risposta concreta per limitare i fenomeni di marginalità sociale che inevitabilmente la crisi economica ha ampliato.

La storia del microcredito inizia molto lontano grazie alla splendida intuizione del Professor Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006, che in Bangladesh genera un sistema di piccoli prestiti di comunità destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali.

L’Italia vede una normativa ed un intervento pubblico nel settore del microcredito più sviluppati rispetto ad altre nazioni europee.

Dal punto di vista istituzionale è presente, dal 2006, nel nostro ordinamento, L’Ente Nazionale per il Microcredito che è un ente pubblico non economico che esercita funzioni di coordinamento e promozione in materia di microcredito e microfinanza, a livello nazionale ed internazionale.

Dal punto di vista normativo Il Microcredito Imprenditoriale è disciplinato dall’articolo 111 del Testo Unico Bancario che stabilisce tre requisiti fondamentali per utilizzare l’appellativo di Microcredito per battezzare un finanziamento:

  • Importi non superiori a 40 mila euro elevabili a 50 mila nel caso di erogazioni a stadio di avanzamento progetto. Si sottolinea che l’importo massimo è stato recentemente elevato[1] con le modifiche introdotte dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178, pubblicata nella G.U. n. 322 del 30 dicembre 2020 (Legge di Bilancio);
  • Finalità relative all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali o di inserimento nel mercato del lavoro;
  • La prestazione obbligatoria da parte dell’intermediario finanziario di servizi di tutoraggio, di assistenza e monitoraggio volti a far nascere e prosperare le nuove imprese.

Il finanziamento è assistito da una garanzia pubblica pari al 80% dell’importo erogato, emessa dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI e da ISMEA per il settore agrario.

Questa garanzia particolarmente preziosa per il sistema creditizio amplia il perimetro di concedibilità del prestito da parte delle Banche convenzionate con il Fondo centrale di garanzia per l’erogazione del finanziamento.

E’ chiaro quindi l’intento del legislatore di identificare il prestito di microcredito come uno strumento volto alla nascita ed allo sviluppo di start-up dove la componente finanziaria si va ad associare ad una componente obbligatoria di consulenza.

Il microcredito, quindi non è solo “un credito di piccolo importo” ma è uno strumento di promozione sociale e di sviluppo economico che permette un accesso al credito a neo imprenditori con buone idee ma poche o nessuna garanzia. Per tali soggetti, infatti, l’assenza contemporanea di storia creditizia e garanzie personali o reali rende difficile, se non impossibile, l’accesso al credito pur in presenza di un buon progetto imprenditoriale.

L’aumento dell’importo precedentemente citato sta ampliando l’utilizzo dello strumento creditizio anche nel supporto alla nascita di nuove imprese industriali dove necessariamente gli investimenti iniziali sono più elevati.

L’inclusione sociale passa anche attraverso queste iniziative che permettono un aumento dell’accesso al credito da parte di nuovi imprenditori che a loro volta generano nuovi posti di lavoro.

Le statistiche dell’Ente Nazionale per il Microcredito ci dicono che per ogni finanziamento di microcredito mediamente si sviluppano 2,43 nuovi posti di lavoro.

Con il prossimo articolo parleremo invece del Microcredito Sociale uno strumento creditizio dedicato alle famiglie in situazione di disagio economico.

Continuate a seguirci!

 

Per approfondire:

Elenco delle Banche convenzionate con il Fondo Centrale di Garanzia per l’erogazione dei finanziamenti di microcredito

https://www.fondidigaranzia.it/wp-content/uploads/2021/01/190412_richiedenti-e-finanziatori-microcredito_2.pdf

Il sito dell’Ente Nazionale per il Microcredito

https://www.microcredito.gov.it/

[1] Precedentemente l’importo massimo era pari a 25 mila euro elevabile a 35 mila nel caso di erogazioni a stadio di avanzamento progetto

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