La soprano Dominika Zamara nel 2007 si laurea con il massimo dei voti alla Università Musicale di Wroclaw. Ha effettuato Masterclass con i Mastri: Bruno Pola, Alida Ferrarini, Enrico  De  Mori,  Mario  Melani,  Alessandra Althoff-Pugliese e Daniele Anselmi. La sua carriera, seppur ancora giovanissima, parla da sé. Citiamo solo gli eventi più rilevanti: Dal 2008 al 2009 ha cantato in Montenegro al Teatro Nazionale alla Presenza del Capo dello Stato, con ripresa televisiva in diretta. Nel 2010 a Venezia ha cantato durante la Mostra del Cinema e la Biennale. Nel 2013 ha cantato a Roma durante il Gran Gala di beneficenza: Un Cuore Per Tutti, Tutti Per Un Cuore con grandi nomi del panorama italiano. Durante il Gran Gala di Vienna a ricevuto il premio Zlote Sowa, oscar europeo nella categoria musica. Padre Pio. Ha cantato presso l’Ambasciata Polacca a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda. Infine si è esibita nel Festival Assisi Suono Sacro ed al Festival Cracovia Sacra durante le Giornate Mondiali della Gioventù con la presenza Papa Francesco. Rilascia per Tota Pulchra un’intervista esclusiva.

Signora Zamara, a quando risale il suo debutto come soprano? Ha ancora ben presenti quei momenti cosi’ importanti per lei?

Certo, il ricordo è vivo dentro me, è stato un periodo davvero importantissimo e direi onirico. Il mio debutto nel mondo dell’opera risale al 2010 a Padova, nel ruolo di Mimi nell’opera La Boheme di Giacomo Puccini, diretta dal Maestro Enrico De Mori. Ricordo che vivevo a Verona in un appartamento in palazzo ottocentesco e nel mio immaginario quella era la casa di Mimi. Di li in poi entrai in simbiosi con il personaggio, per tutto quel periodo ero io stessa Mimi. Ogni volta che mi trovo a interpretare un ruolo si ripete questa crasi con i vari personaggi.

Dove ha percepito che le opere da lei interpretate hanno risuonato di più da un punto di vista dell’apprezzamento artistico?

Parto con il dire che non mi risparmio, sul palco do sempre tutta me stessa, ed è così che cerco di andare oltre l’interpretazione, rendendo il tutto una sorta di parafrasi della mia vita. Ma riesco a capire l’apprezzamento artistico attraverso il calore del pubblico, dei colleghi, da sola sono molto autocritica non riesco mai a essere pienamente soddisfatta di me stessa e del mio operato. Credo che quest’ultimo punto sia da imputare alla mia constante ricerca di miglioramento.

La musica per lei è anche uno strumento di pace? Pace che in questo mondo manca.

Mi rifaccio a una celebre frase di Sant’Agostino: chi canta prega due volte. Quindi si, ritengo che la musica sia uno strumento di pace, specie in questi periodi di tumulto generale. Noi musicisti attraverso la nostra arte possiamo e dobbiamo veicolare un messaggio di serenità e fratellanza.

Ci vuole parlare dei suoi prossimi progetti? Ha qualche concerto importante in vista?

Uno dei più importanti per me è il concerto che farò alla Carnegie Hall di New York il 4 aprile, esibirmi in quel tempio della musica è sempre stato uno dei miei sogni. E molti altri, impegni, subito dopo la data di New York canterò a Pretoria in Sud Africa e poi ancora nell’opera La Traviata di Giuseppe Verdi a Bergamo. Questi sono alcuni degli appuntamenti imminenti. Un’ultima cosa: ho in cantiere un nuovo disco per il 2024/25.

Sarebbe onorata  di cantare di fronte al Sommo Pontefice? E’ una sua aspirazione?

Ne sarei veramente onorata. Nel 2016 mi sono esibita al Festival Cracovia Sarca, nell’omonima città durante le giornate della Gioventù. Ci fu detto che poco distante c’era Papa Francesco che presiedeva degli incontri, fu una grande emozione, ma cantare di fronte al Pontefice sarebbe un privilegio senza pari.

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