Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili costituisce una valida alternativa ai combustibili fossili. Le varie fonti di energia contribuiscono a ridurre le emissioni di gas ed effetto serra.  Diversificano l’approvvigionamento energetico e riducono la dipendenza dai mercati volatili e inaffidabili dei combustibili fossili. La legislazione UE sulla promozione delle energie rinnovabili si è evoluta in maniera significativa negli ultimi anni. Il futuro quadro politico per il periodo post 2030 è in fase di discussione.

In Italia, ad esempio, il trend di crescita delle Rinnovabili è inarrestabile. L’energia pulita utilizzata nel Paese copre il 34% del totale, con una media europea che non supera il 29%. Secondo Eurostat l’Italia ha superato gli obiettivi al 2020. Le rinnovabili salgono al 17% nel consumo di energia in Europa.

In Italia il contributo delle rinnovabili nei consumi finali di energia è passato dal 6,3 % del 2004 al 17,5 cento del 2015, raggiungendo in anticipo l’obiettivo del 17 % previsto per il 2020. A livello europeo la quota di rinnovabili ha raggiunto il 16,7 %, partendo da un 8,5 % di dodici anni fa.

Incentivi per rinnovabili e trasporti nella legge di bilancio 2020

Gli incentivi riguardano l’energia prodotta dagli impianti esistenti alimentati a biogas. Essi sono realizzati da imprenditori agricoli singoli o associati, anche in forma consortile. La produzione di energia elettrica deve inoltre rispondere a criteri di sostenibilità e prevedere l’utilizzo per almeno il 40% in peso di effluenti zootecnici. Per essere ammessi, gli impianti devono essere entrati in esercizio entro e non oltre il 31 dicembre 2007. Ed ancora: non devono essere oggetto di altri incentivi pubblici sulla produzione di energia.

Sarà un decreto del Ministro dello sviluppo economico a definire la portata dell’incentivo. Il decreto deve tenere conto della compatibilità con gli aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia. L’ARERA definirà le modalità con cui le risorse per l’erogazione degli incentivi troveranno copertura.

Corporate Social Responsability

La Corporate Social Responsibility, è da sempre la formula magica della propaganda della responsabilità sociale dell’azienda. Le aziende di ogni parte del mondo sono influenzate dai mass media e dalla comunicazione di massa (leggere: www.corporatesocialresponsibility.com/ ).

L’intreccio tra questione energetica e cambiamenti climatici globali non è più un modello sostenibile. Il futuro richiede sviluppo, ossia una profonda trasformazione nella modalità di produzione e consumo di energia. Nelle attività di produzione di beni e servizi e nella mobilizzazione di persone bisogna garantire l’evoluzione di strategie definite sulla base dell’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili ed ecocompatibili.

Bisogna sviluppare una rigorosa e diffusa pratica dell’efficienza e del risparmio. Realizzare un modello economico sostenibile di produzione e consumo più vicini all’uomo e all’ambiente usando il sole, il vento, iI mare. Ed è per questo che il tessuto statale, imprenditoriale, culturale e religioso stanno lavorando per integrare la sostenibilità in ogni fase del processo produttivo.

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La responsabilità sociale d’impresa

Negli ultimi anni il concetto di responsabilità sociale d’impresa si è trasformato profondamente. Molteplici sono state le interpretazioni che si sono succedute nel modo d’intendere la parola “sostenibilità”. Si è inoltre imposto – e ciò è tanto più valido per un’azienda con la nostra tradizione – un nuovo codice del “saper essere impresa”. Esso è necessario per entrare in sintonia con strategie concrete, nel cui ambito si affermino rinnovandosi i valori di realtà imprenditoriali. Ogni realtà produttiva è chiamate per legge a rendicontare la propria visione sul futuro.

Alla fine dei conti, il modo migliore per tradurre in pratica i concetti RSC e come promuovere questo gruppo di persone che interagiscono in forma trasversale? Contempliamo il focus delle azioni sostenibili con la sua dimensione tripla: economica, sociale e ambientale.

Vediamo come le imprese si stanno muovendo per modificare le loro linee guida aziendali per dare un approccio di sviluppo “economicamente corretto”. Una formulazione che porterà alla trasformazione delle pratiche applicate in tutti i settori della società. Tale cambiamento nei mercati consentirà di concordare alleanze tra capacità imprenditoriali e produttive.

Tutto ciò ha implicazioni in termini di sostenibilità e responsabilità ambientale. Attraverso l’empatia, si può fare in modo che i clienti preferiscano acquisire prodotti allineati a questi principi, razionalizzando così l’uso delle risorse naturali.

Un dialogo che cresce: ascoltare gli stakeholder

Un’impresa deve comprendere e soddisfare i bisogni, le attese e le richieste degli stakeholder. Ciò costituisce in misura crescente un requisito chiave per il conseguimento di una elevata legittimazione istituzionale e di una adeguata performance sociale.

Si può definire il concetto di stakeholder engagement come quell’insieme di attività e strumenti orientati a  individuare informazioni e dati provenienti da un’organizzazione. E’ un processo  dell’organizzazione utile nella formulazione delle politiche o strategie aziendali.

Si presenta sicuramente sotto forma di una precedente opinione del cliente, differenziata, migliore non valutata sul mercato e di maggior valore aggiunto. In questo modo, la società assume tale politica sotto forma di gestione, responsabilità, equilibrio (equilibrio), interesse a negare l’aspirazione degli stakeholder (parti interessate).

Esaminiamo le principali responsabilità etiche delle aziende con i loro dipendenti e con la comunità in cui è inserito nella formula della RSC:

  • Unità, unicità, libertà e dignità della persona
  • Orientamento al bene comune e alla responsabilità collettiva
  • Importanza di sussidiarietà e solidarietà
  • Rilevanza della partecipazione e della cooperazione
  • Centralità attribuita alla dignità del lavoro e al diritto al lavoro
  • Concezione dell’ambiente naturale come bene collettivo da salvaguardare

SDGs e CSR: un legame complesso

I 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile sono stati definiti dalle Nazioni Unite con i relativi 169 target specifici. Essi rappresentano lo standard universalmente riconosciuto in cui si articola la visione di uno sviluppo sostenibile. Il piano dovrebbe essere compiutamente realizzato entro e non oltre il 2030.

Gli SDGs riconoscono, in modo esplicito, le interrelazioni tra i grandi temi ambientali, economici e sociali che l’umanità deve fronteggiare. Inoltre, sottolineano la necessità di una risposta coordinata e integrata da parte degli attori sociali coinvolti, siano essi stati nazionali, imprese o individui. Sono particolarmente importanti perché per la prima volta il settore privato e le multinazionali sono stati chiamati a discutere di sviluppo sostenibile. Piani come questi sono una prerogativa storicamente riservata ad attori della sfera pubblica e della società civile.

Il vantaggio di fare riferimento agli SDGs è duplice:

  • si tratta di temi universalmente condivisi e riconosciuti, declinati in obiettivi pratici, misurabili e immediatamente comprensibili anche da parte delle imprese;
  • mettono a disposizione un set comune di obiettivi attorno ai quali categorie di stakeholder eterogenee possono trovare un terreno condiviso di confronto e collaborazione.

Gli SDGs sono percepiti dalle imprese più lungimiranti come un’opportunità per misurare i progressi in ambito di innovazione, efficienza e sostenibilità. Rappresentano punti di riferimento per la definizione di soluzioni di tipo win-win, in cui le imprese stesse, l’ambiente e la società traggono reciproci benefici.

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Commissione  Sviluppo dell’ONU

È la ragione principale per cui la Commissione per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite raccomanda alle imprese di:

  • recepire gli SDGs nel loro percorso di sostenibilità e rendicontare all’interno della DNF ogni contributo al loro raggiungimento;
  • armonizzare gli SDGs con i corporate values, il sistema di governance e la strategia aziendale.

LA CSR non è una forma di filantropia vecchia, non è tratta da un atteggiamento positivo o una generica sensibilità sociale e ambientale. E’ bensì una forma di agire che tiene conto dei driver a nostra disposizione. La comprensione di tali impatti può, a sua volta, rafforzare il nostro modello di sostenibilità per gli anni futuri. Le nuove strategie sul rinnovabile mireranno ad allineare gli stati sulla sostenibilità.

Pertanto, alcune delle aziende piu importanti al mondo come: Ikea, Google, Intel hai installato come programma il CSR. ll concetto di investimento sostenibil cerca di fornire una cornice teorico-pratica per includere i fattori ambientali, sociali e di governance. Da qui ESG, acronimo che esprime i termini inglesi Environmental, Social e Governance nelle decisioni d’investimento.

Applicare (RSC) al cento per cento migliora tutta la sua implement. Esso (RSC), tradotto in motivazione e aumento della produttività, rafforza l’attrazione e la fidelizzazione dei talenti e migliora l’ambiente di lavoro.

I principi delle Nazioni Unite per l’investimento responsabile

Concettualmente distinta, ma strettamente legata agli SDGs, è l’iniziativa delle Nazioni Unite che definisce i Principi di investimento responsabile (PRI). Essa enuncia sei linee-guida per incorporare le tematiche ESG nelle pratiche d’investimento.

In base ai principi delineati, le imprese aderenti ai PRI sono tenute a:

  • incorporare le tematiche ESG nell’analisi dei propri investimenti e nei relativi processi decisionali;
  • adottare una gestione attiva degli investimenti in ottica ESG, adeguando policy e processi a tale approccio;
  • ottenere adeguate disclosure sui temi ESG da parte delle società oggetto di investimento;
  • promuovere l’accettazione e l’implementazione dei PRI nella gestione degli investimenti;
  • cooperare per il miglioramento e una più efficace implementazione dei PRI;
  • produrre una reportistica trasparente e puntuale sulle attività di ESG Investing e i progressi conseguiti.

Proprio per questo motivo, un business model sostenibile è importante per lo sviluppo di nuovi vantaggi competitivi. A breve, questo argomento diventerà uno strumento indispensabile per essere competitivi nel mercato attuale.

Il rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019”

Leggiamo il rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019”. «Gli ’investimenti globali in nuove capacità di energia rinnovabile stanno per raggiungere i 2,6 trilioni di dollari. Avranno, inoltre, più gigawatt di capacità di energia solare installata rispetto a qualsiasi altra tecnologia di produzione». Ed ancora: «Questo investimento dovrebbe quadruplicare la capacità di energia rinnovabile da 414 GW a poco più di 1.650 GW entro la fine di quest’anno».

In altre parole, l’energia delle fonti rinnovabile implica una eliminazione delle emissioni di CO2 nella attività produttiva. L’obiettivo è quello di promuovere l’efficienza energetica, i servizi ecosistemici prevenendo, al contempo, la perdita di biodiversità ambientale. Pertanto, l’obiettivo di molte aziende è quello di aderire al piano 7 dell’agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (SDG – Sustainable Development Goals). Ad esempio: Ikea, Google e Intel, da molti anni, hanno sviluppato programmi e azioni mirate all’utilizzo delle fonti rinnovabili. (Leggere: http://www.unenvironment.org/resources/report/global-trends-renewable-energy-investment-2019)

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Un mondo di energie rinnovabili per la Chiesa cattolica

In realtà, tutto ciò che viene dagli investimenti nelle energie rinnovabili deve essere messo in pratica per ridurre i costi delle tecnologie pulite. Queste politiche saranno fondamentali per lo sviluppo dell’iniziativa privata e pubblica delle piccole e medie imprese.

Per un cristiano cattolico, è chiaro che Dio ha creato un mondo di possibilità per coloro che desiderano la vita umana. Questo non solo per soddisfare i nostri bisogni necessari per le basi della vita, fino a quando non vive davvero. Il raggiungimento di questo dipenderà solo da come ci organizziamo socialmente e da come trattiamo la ricchezza di base e universale della natura.

“Siamo parte della soluzione e non parte del problema”.

Conclusioni

L’umanità ha sempre utilizzato le risorse naturali per rendere più agevole la propria esistenza. Oggi siamo arrivati al punto in cui l’utilizzo intensivo di queste risorse porta ad un momentaneo miglioramento di vita, seguito, però,  da danni irreversibili per l’ambiente. L’evoluzione della ricerca scientifica, in questo campo, ha avuto moltissimi risultati, sviluppando fonti energetiche rinnovabili tra cui l’eolico e il solare.
Il problema dello sviluppo di energie alternative è ormai un problema sentito da tutti. Spesso, però, a causa dei costi elevati di investimento iniziale, si preferisce continuare ad utilizzare sistemi antiquati.

L’UE ha stabilito l’obbligo di arrivare a produrre il 20% del consumo totale, tramite energie o attraverso il nucleare . Il piano energetico europeo non è, però, l’unico in atto per la salvaguardia del pianeta. Di grande importanza resta ancora il protocollo di Kyoto, che prevede una diminuzione del 5,2%, sull’emissione di gas serra.

Le fonti rinnovabili sono, quindi, il futuro energetico mondiale, non solo per salvaguardare la Terra. Non solo, ma anche come unica alternativa ai combustibili fossili, che certo non sono inesauribili.

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