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Amedeo Modigliani, Opere dal Musée de Grenoble, alla Fondazione Magnani-Rocca di Parma
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Amedeo Modigliani, Opere dal Musée de Grenoble, alla Fondazione Magnani-Rocca di Parma

Fondazione Magnani-Rocca Fondazione Magnani-Rocca
Fondazione Magnani-Rocca

A pochi chilometri da Parma, in aperta campagna, si trova la Fondazione Magnani-Rocca o la Villa dei Capolavori, con la sua collezione permanente e prestigiose collaborazioni con i principali musei di tutto il mondo.

La Villa dei Capolavori ospita la prestigiosa collezione di Luigi Magnani, proprietario della villa, che fu professore di storia dell’arte all’Università Sapienza di Roma, famoso esperto e grande mecenate per tutto ciò che concerneva l’arte.
La Fondazione nasce per volontà dello stesso Magnani di onorare il padre Giuseppe e la madre Donna Eugenia Rocca, con lo scopo di favorire e sviluppare attività culturali di carattere artistico, musicale e letterario.

La Villa dei Capolavori per i locali la casa di Mamiano, prendendo il nome dalla località, viene acquistata dalla famiglia Magnani nel 1941 per trascorrervi le vacanze, la famiglia era oriunda.

Luigi Magnani impegnato a Roma per lavoro arrivava solo d’estate e in età avanzata lasciò, senza più tornare a Roma sino a spegnersi nella sua villa.

Nel 1990 la Fondazione venne inaugurata come sede museale, Luigi Magnani lasciò ad essa la villa e tutte le sue raccolte d’arte:

◦ Gentile da Fabriano
◦ Filippo Lippi
◦ Carpaccio
◦ Dürer
◦ Goya
◦ Tiziano
◦ Rubens
◦ Van Dyck
◦ Monet
◦ Renoir
◦ Cézanne
◦ De Chirico
◦ De Pisis
◦ 50 opere di Morandi
◦ Burri
◦ Canova
◦ Bartolini

Nella villa gli arredi sono rimasti così come erano disposti per dare l’atmosfera di una casa ancora vissuta.
Presenti preziosi mobili ed oggetti Impero, fra i quali la grande coppa in malachite del Thomire dono dello zar Alessandro I a Napoleone e mobili di François-Honoré Jacob.

La Villa dei Capolavori possiede un enorme parco con vari animali. Si possono mirare meravigliosi pavoni dalle code incantevoli ed ammalianti.

Di solito la Fondazione  propone mostre almeno due volte all’anno, quest’anno, causa ancora il Covid19, è stato proposto un evento di grande prestigio con l’intento di approfondire la grande arte italiana del Novecento, promossa già con successo negli anni passati.

Quest’anno la mostra “La femme au col blanc” riguardante Amedeo Modigliani, ha curato un periodo piuttosto breve ma intenso dal punto di vista lavorativo dal pittore a Parigi tra il 1910-20.

Femme au col blanc
Femme au col blanc

La mostra è stata inaugurata il 30 aprile e terminata il 18 luglio, è un focus di pochi elementi ma molto significativi provenienti dal Musée de Grenoble, prima istituzione in Francia ad acquistare un quadro di Modigliani nel 1923.

La scelta in particolare del dipinto Femme au col blanc dove egli rende unica quella tenerezza impregnata d’inquietudine che caratterizza l’arte senese e la sua migliore espressione artistica nel mostrare il sentimento della femminilità. Sono stati selezionati per la mostra altri cinque disegni, su carta velina,  rappresentanti gli amici di Modigliani.

Modigliani nacque a Livorno nel 1884 da una famiglia ebrea in difficoltà economiche e cagionevole di salute.
Il pittore livornese a quattordici anni ebbe un attacco di febbre tifoide, ebbe anche la polmonite. Aveva le vie aeree compromesse ed è per questo che a sedici si ammalò di tubercolosi. La cattiva salute di cui godeva e la sua situazione personale gli aveva scatenato una grave forma di depressione visibile intorno ai diciassette anni.

Amedeo Modigliani
Amedeo Modigliani

Da ragazzo, con la vocazione dell’artista nel sangue, frequentò i macchiaioli della sua terra. Si spostò per i suoi studi a Firenze e Venezia. A Parigi si stabilì nel 1906 attratto, come altri giovani artisti, da quello che era il palcoscenico dell’arte mondiale.

La capitale francese assorbì gran parte delle suggestioni estetiche e Modigliani elaborò una sua percezione in particolare dalle opere:
◦ Cézanne
◦ Toulouse-Lautrec
◦ Brânçusi
◦ Picasso
◦ scultura africana
◦ romanica
◦ artisti senesi
◦ gotico
◦ rinascimento
◦ manieristi toscani
◦ dall’Art Nouveau
◦ cubismo

Portrait d'homme
Portrait d’homme

Uno studio continuo del pittore labronico che con la sua maturità sedimenta ed estrapola a tal punto da definirne uno stile inconfondibile molto intimista e psichico. Il suo personaggio spesso è inafferrabile, coinvolto da una meditazione profonda e fuori dal tempo.

I critici hanno dato particolare risalto nella composizione pittorica per attribuire lo stile di Modigliani nel osservare la semplicità di forme, elementarità degli schemi:

◦ occhi a mandorla privi di pupille quasi ed estremamente malinconici
◦ la fronte ampia e bombata
◦ Arcate sopracciliari marcate
◦ la forma del naso lunghissima
◦ la bocca a cuore
◦ i colli lunghi ed inclinati
◦ le mani molto lunghe (forte richiamo dei quadri presenti presso la Pinacoteca Nazionale di Siena).

La formazione artistica e spirituale di Modigliani inizia con il nonno materno Isaac Garsin che vantava fra i suoi antenati il filosofo Spinoza.
Con lui trascorre molto tempo nella biblioteca di famiglia dove coltiva l’amore per la poesia che lo accompagnerà per tutta la vita: sono in molti, infatti, a ricordarlo mentre declama a memoria, in preda ad un “impeto melodioso”, versi di Dante, Carducci, Pascoli, Mallarmé, Baudelaire e Rimbaud.
Nella sua poetica pittorica il ritratto rappresentava una via imprescindibile per dare luce alla propria dimensione artistica.

Portrait de Paul Dermée
Portrait de Paul Dermée

Egli stesso un giorno definì il suo estro: «Per lavorare ho bisogno di un essere vivo, di vedermelo davanti. L’astrazione mi affatica, mi uccide ed è come un vicolo cieco».

Tra le frequentazioni del giovane artista ebreo:
◦ Soutine
◦ Utrillo
◦ Kisling

Jonas Netter gallerista di estrazione ebraica era riuscito nei sobborghi di Montparnasse a sostenere e finanziare molti artisti tra cui Modigliani.

Il mercante d’arte e poeta polacco Leopold Zborowski, anch’egli ebreo e con un altro gallerista Paul Guillaume in uno studio di rue Ravignan fanno stabilire Modigliani.

Da quel momento smise di scolpire e Guillaume che non seguiva più Modigliani nelle vendite gli fece prendere il nomignolo in Francia di Modì, che non è un’ abbreviazione del suo cognome, ma in francese è maudit (maledetto) definendo il suo operato : «a dipingere come viveva, da sentimentale, da violento, da incostante, da scialacquatore».

Modigliani l’artista del ritratto, capace di offrire una forma di modernità molto raffinata nei suoi dettagli e visionario, ancora oggi è difficile interpretarlo e conoscerlo. Famosa la beffa delle teste di Modigliani a Livorno presso i fossi dove molti critici d’arte persero il posto non riconoscendo i falsi.

Portrait de Gillet
Portrait de Gillet

Il ritratto è primordiale e incontaminato nella sua plasticità classica, la sua levigazione, i volti affilati e longilinei, il naso stilizzato, il collo lunghissimo ed elegante.

Le persone protagoniste dei quadri di Modì prendono forma e vita attraverso una stilizzazione estrema, alle soglie dell’astrazione, operata mediante l’allungamento dei tratti del viso e del corpo che rimanda alla deformazione manierista.

Modigliani scomparve prematuramente, a soli 35 anni, il 24 gennaio del 1920 per un meningite tubercolotica, il giorno dopo la sua compagna Jeanne Hébuterne si suicidò incinta di 8 mesi del loro secondo figlio buttandosi dal tetto della casa paterna.

La sua scomparsa prematura e la tragica fine della compagna contribuirono a creare una leggenda intorno alla sua vita, ed è possibile vedere a Livorno nella Casa Natale di Amedeo Modigliani quello che sono i ricordi di famiglia della figlia superstite Jeanne, figlia di Modigliani (1918-1984). La figlia era una storica dell’arte in lotta contro la leggenda dell’artista maudit (pericolosamente omofono del diminutivo Modì scelto dai montparnos) e apprezzarne le qualità di studioso e artista a tutto tondo.

Il suo bagaglio culturale e la sua vita artisticamente compiuta lo condussero nell’Olimpo dei grandi dell’arte pittorica, anche se la sua esistenza fu breve e diverse malattie costellarono il suo cammino senza, però, intralciare, mai, il suo immenso desiderio di dipingere.

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