Ci vuole il vangelo in mano per capire pienamente l’intensità del dialogo muto che la terracotta comunica a chi ha l’occasione di poter guardare le sculture plasmate da Ilario Fioravanti. Lo sguardo di Gesù, rivolto verso l’alto, segnato da pesanti lacrime, mentre con le mani tocca e apre gli orecchi del sordomuto, sprigiona la condivisione umana e la potenza soprannaturale che raggiunge lo spettatore […]”. Con queste parole, il vicario generale per la sinodalità e presidente di “Arte e Fede”, S.E Stefano Ottani ha descritto l’arte di Ilario Fioravanti; scultore, architetto, intellettuale, uno tra gli artisti romagnoli più significativi e originali del Novecento italiano.

“Epifanie del dolore e della gioia” è il titolo della mostra in corso, curata dall’architetto Marisa Zattini, nel complesso monumentale della Chiesa di Santa Maria della Vita, in Via Clavature 8 a Bologna. Si tratta del terzo appuntamento del più ampio progetto – ideato, curato e promosso dalla società di servizi culturali & progetti espositivi Il Vicolo – Sezione Arte di Cesena – dedicato al Centenario della nascita dell’artista-scultore-architetto 1922~2022 “Fioravanti 100!”, che dallo scorso anno lo celebra con un ricco calendario di eventi diffusi sul territorio nazionale. Questa serie di eventi e mostre ha toccato anche il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza con la mostra “Fuochi d’Amore”, conclusasi recentemente, in cui sono state esposte ben 46 opere ceramiche tra brocche, vasi e figure.

L’esposizione bolognese è il risultato della preziosa collaborazione tra Il Vicolo – Sezione Arte di Cesena – degli architetti Augusto Pompili e Marisa Zattini – e il progetto Genus Bononiae di Bologna, nato per iniziativa della Fondazione cassa di Risparmio di Bologna con a cuore il proposito di restaurare e riaprire i palazzi storici della città.

Compianto sul cristo morto (1985) – Ilario Fioravanti terracotta policroma a ingobbio e graffito Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita © 2023 Ph Gian Paolo Senni (inquadratura da dietro con scorcio del soffitto della chiesa)

La scelta di organizzare la mostra nel complesso monumentale di Santa Maria della Vita, non è casuale. All’interno della chiesa si trova ubicato il quattrocentesco Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca (1435 circa – Bologna 1494), realizzato nel 1463. L’intenzione era proprio quella di ricreare un dialogo tra il Compianto rinascimentale e Il Compianto (1985) di Ilario Fioravanti, mettendo a confronto le due diverse interpretazioni del dramma e del dolore che i personaggi provano di fronte alla morte di Cristo. Quella dell’artista romagnolo, in realtà, è una delle tre opere sul tema del Compianto che vennero plasmate nel corso della sua carriera come scultore. Infatti, oltre al Compianto più “tradizionale” esposto a Bologna, Fioravanti ne realizzò uno “laico” il Compianto delle Putaske, in cui donne di strada, caratterizzate dagli elementi tipici della loro iconografia, circondano il corpo di Cristo e uno delle Maddalene, anch’esse radunate vicino a Gesù.

Nel Compianto di Niccolò dell’Arca si assiste ad un dolore urlato, una vera e propria disperazione, come testimoniano le braccia sbraitanti, le bocche spalancate, le mani che si torcono e le dita che si intrecciano e nei volti traspare smarrimento e profonda, intima disperazione. Contrariamente, nel Compianto di Fioravanti tutto sembra ricomporsi nel ‘silenzio’ e le sette figure – disposte ad emiciclo intorno al Cristo deposto – sono ritratte in una ‘verticale fissità’. Prendiamo ad esempio la figura di Maria Vergine Madre: in lei il dolore è contenuto e composto, poiché è consapevole che suo figlio dovrà prima morire per poi risorgere e quindi ogni disperazione è chiusa nel suo cuore.

La tecnica costruttiva utilizzata è quella detta ‘dei vasi’, caratterizzata dalla suddivisione delle figure in parti vuote, tirate su al tornio nella bottega faentina di Pier Paolo Garavini. Il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca si contrappone, dunque, alla staticità di una contemplata meditatio, preludio di Risurrezione che rappresenta anche un’occasione per riflettere sull’attraversamento del dolore nel silenzio della propria intimità.

La Via Crucis (1982) – Ilario Fioravanti
terracotta ingobbiata e incisa
Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita
© 2023 Ph Gian Paolo Senni

Siamo nel Complesso monumentale di Santa Maria della Vita. Il percorso espositivo vede l’abbrivio già nella sontuosa scala che introduce alla prima sala. L’architetto Augusto Pompili, curatore dell’allestimento, ha operato la scelta artistica di collocare e dare risalto, in questa sala che anticipa l’Oratorio, all’inedita Via Crucis del 1982 in terracotta ingobbiata e incisa, opera donata dall’artista a S.E Vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri. Le quattordici Stazioni sono anticipate dall’intensa opera Il bacio di Giuda (1955). A seguire un grande pannello con testo autografo dello scultore impone una riflessione sulle tavole del Calvario di Cristo che si conclude con l’opera scultorea La Veronica (1989). Nello stesso spazio, alcune gigantografie dei disegni preparatori del Compianto, scelti dai diari dell’artista, documentano e accrescono l’attesa dell’opera fulcro dell’esposizione. Una sala dall’ampio respiro, dunque, dove ogni singolo gruppo, ogni singola formella dilata ancor più lo spazio del silenzio.

La Veronica (1989) – Ilario Fioravanti
terracotta policroma a ingobbio e graffito
Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita
© 2023 Ph Gian Paolo Senni
Il miracolo del pane e dei pesci (2003) – Ilario Fioravanti
terracotta policroma a ingobbio e graffito
Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita
© 2023 Ph Gian Paolo Senni

Proseguendo il percorso della mostra, si accede allo spettacolare Oratorio dove si è accolti dal gruppo scultoreo Il miracolo del pane e dei pesci (2003) dove la figura di Gesù è interpretata dall’artista come un impeccabile direttore d’orchestra. I palmi delle mani rivolti in basso ci parlano del miracolo che sta avvenendo. Diagonalmente opposto è Effeta (2003) dove un Cristo ieraticamente risolto sta compiendo il miracolo della restituzione della vista e dell’udito all’infermo.  In fondo stanno le quattro Maddalene astanti mute di fronte al Compianto.

Effeta (2003) – Ilario Fioravanti
terracotta policroma a ingobbio e graffito
Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita
© 2023 Ph Gian Paolo Senni
Le Maddalene (1982) – Ilario Fioravanti
terracotta policroma a ingobbio e graffito
Bologna, Chiesa di Santa Maria della Vita
© 2023 Ph Gian Paolo Senni

Le figure testimoniano e ci fanno partecipi, tramite solenne compostezza, di un momento saturo di sofferenza, singolare e collettiva, in netta contrapposizione con la drammaticità teatrale che fuoriesce dall’opera di Niccolò dell’Arca. Il dialogo fra antico e contemporaneo prosegue in un dialogo serrato anche con un’altra significativa rappresentazione scultorea. “Al di sopra del Compianto regna l’opera cinquecentesca di Alfonso Lombardi: Transito della Vergine (1519-1522). Un impatto emozionale di rara intensità dove passato e presente entrano in dialogo e le ierofanie, in cui il tema terreno e quello spirituale, l’umano e il divino, si incontrano nella realtà del sacro che irrompe”, come scrive la curatrice.

A completamento e accompagnamento della mostra è stato realizzato un catalogo bilingue, edito dal Il Vicolo Editore (cod. ISBN 88-85440-75-4, pagg. 112, euro 30,00) che oltre ad un’analisi puntuale delle  singole opere esposte, offre anche un ricco repertorio di testi critici dedicati all’artista-scultore-architetto e alla sua lunga carriera. La campagna fotografica realizzata da Andrea Samaritani (Cento di Ferrara 1962 – 2020) nel 2004 aggiunge e restituisce ancor più intensità e bellezza al Compianto di Ilario Fioravanti così come a quello di Niccolò dell’Arca. Nelle diverse sezioni del libro ritroviamo testi e immagini che completano la ricerca dello scultore cesenate. Le fotografie delle opere in mostra che documentano il raffinato allestimento sono invece a cura dell’architetto-fotografo Gian Paolo Senni.

[La mostra sarà visitabile fino al 25 settembre 2023 – Orario: 10.00-19.00 (chiuso il lunedì) –  Ingresso è di €7 – Biglietto ridotto €5 – studenti fino ai 26 è di € 3 – Info: 051 19936329 –  Per ulteriori informazioni visita il sito di Genus Bononiae: www.genusbononiae.it]

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