L’usura è un male antico che da sempre accompagna la storia dell’uomo e consiste nello sfruttare il bisogno di denaro di un altro individuo per ricavarne un forte ed illecito guadagno. Alla base di un rapporto usuraio, c’è da una parte l’usurato, che ha una forte ed inderogabile necessità di denaro, e dall’altra l’usuraio, che quando tutti ti sbattono le porte in faccia, sembra un angelo caduto dal cielo, ma in realtà è un diavolo salito dall’inferno.

Per rimanere in tema di aldilà è interessante notare come Dante nella sua commedia considera l’usura un peccato gravissimo, molto più grave dei peccati di incontinenza sessuale. Paolo e Francesca vengono infatti messi nel secondo cerchio dell’inferno mentre gli usurai nel settimo, molto più vicini a Satana. I lussuriosi peccano infatti per incontinenza, per debolezza cioè della volontà verso le passioni. Gli usurai invece offendono la natura creata da Dio, volendo rendere fertile ciò che per natura non lo è, il denaro, chiedendone un illecito ed altissimo tasso di interesse sul prestito, e cercando di sottrarsi all’ordine delle cose voluto da Dio, secondo cui l’uomo deve guadagnarsi il necessario per vivere attraverso il proprio lavoro e non, come un parassita, sulle spalle dei suoi simili. Nella teologia dantesca, gli usurai commettono un peccato addirittura più grave degli omicidi, che usano violenza contro gli uomini, e dei bestemmiatori, che usano violenza direttamente contro Dio, in quanto è più grave rivolgersi contro le leggi create da Dio che non contro Dio stesso.

Personalmente condivido, da umile artigiano del credito, il pensiero del divino maestro.

Un certo becero populismo tende a confondere credito ed usura in un unico indecente calderone. L’usura è invece l’esatto contrario del credito. Il credito propriamente inteso è una relazione pericolosa e necessaria tra banca e cliente. Necessaria perché non esiste famiglia o impresa che in un certo momento della sua vita personale o professionale non abbia bisogno di credito, pericolosa perché la promessa di pagare rappresenta un rischio che solidalmente la banca ed il cliente affrontano insieme. Non posso disinteressarmi di te, perché dalla tua prosperità economica dipende la possibilità che tu mi ripaghi il prestito. Il mestiere pericoloso del vero banchiere non è vendere prodotti finanziari ma valutare professionalmente il merito creditizio e tale mestiere va giustamente remunerato con un equo tasso di interesse che tenga conto anche del rischio di insolvenza di ogni singolo prenditore.

L’usura, invece, al contrario del credito, tende solo a spremerti ed a strozzarti fino a quando non ti avrà annullato come attore economico e come persona. In uno slogan il credito ti aiuta a costruire, a passare dall’idea all’impresa, l’usura ti distrugge e ti molla solo quando non hai più nulla da dare.

Questo fenomeno antichissimo oggi assume nuove e pericolose forme di organizzazione delinquenziale e di pericolosità sociale. Al classico cravattaro di quartiere, che svolgeva la propria ignobile attività in maniera disumana ma in un ambito ristretto, si sono affiancate nuove ed organizzate “figure professionali”: insospettabili commercianti e professionisti (l’usura dei colletti bianchi) e soggetti appartenenti alla criminalità organizzata. In quest’ultimo caso, la stessa riscossione dell’interesse può essere secondaria e diventare solo un mezzo per il controllo o l’acquisizione di imprese o per nuovi e più agevoli canali di riciclaggio di denari di provenienza illecita. L’usura è un delitto che non apporta solo un danno alla vittima del reato, ma colpisce l’intera collettività, determinando effetti distorsivi sullo sviluppo delle attività commerciali ed economiche e sulla produttività dell’intero sistema paese.

La tecnica usuraia è tanto semplice quanto crudele, come la tela di un ragno.

In sede di prima erogazione, il credito usurario è spesso di importo contenuto e con scadenza a breve, da uno a tre mesi, o addirittura brevissima, talvolta anche meno di una settimana. L’usuraio si fa rilasciare dal debitore delle garanzie improprie, come una procura a vendere i suoi beni immobili, o molto più semplicemente, un assegno postdatato o una cambiale per un importo pari al credito richiesto, maggiorato di una percentuale, che di norma va dal 3% al 5% mensile, apparentemente esigua nel breve orizzonte temporale del finanziamento iniziale, ma che su base annua, raggiunge una misura enorme e insostenibile.

I dati ci dicono che il ricorso all’usura è sorprendentemente diffuso in tutti gli strati sociali. Infatti, chiunque può trovarsi in una difficoltà finanziaria, si tratti di un operatore economico o di una famiglia, e non avere i requisiti richiesti dal sistema creditizio per accedere alle forme legali di finanziamento.

Il giro di affari annuo dell’usura in Italia è enorme ed è stimato in 30 miliardi di euro ed interesserebbe oltre 150 mila soggetti tra esercizi commerciali, famiglie e microimprese. Il 36% di tale ignobile giro di affari è controllato dal crimine organizzato ed alimenta quindi altre forme di economia illegale.

È possibile stimare il potenziale “rischio usura” di un determinato territorio, individuando indici appositi che combinano una serie di variabili di tipo economico, sociale e giudiziario.

Dal 2013 per determinare il “rischio usura” a livello provinciale, viene elaborato, dal dipartimento del tesoro, l’indice Fiasco, che prende il nome dal sociologo Maurizio Fiasco, che ne è l’ideatore. Tale indice prende in considerazione numerose variabili che tengono conto, ad esempio, della situazione economica del territorio e delle sue infrastrutture sociali, come la presenza di servizi per l’istruzione e la formazione professionale, il rapporto percentuale tra la spesa pro capite per gioco pubblico d’azzardo e il reddito pro capite disponibile, i casi di infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, le denunce per estorsione, racket e usura ecc.

Il calcolo dell’indice Fiasco purtroppo conferma le storiche debolezze del nostro mezzogiorno. Infatti, nelle prime posizioni del ranking delle province, quindi a minore rischio usura, figurano: Bolzano, Sondrio, Cuneo, Belluno, Trento, Parma, Piacenza, Treviso. Roma si colloca al 59° posto, Palermo all’87°, mentre nelle ultime posizioni, quindi ad alto rischio usura, si collocano Latina, Taranto, Crotone, Messina, Catania, Salerno, Vibo Valentia, Trapani, Caltanissetta, Reggio Calabria, Caserta e Napoli.

Ma quando un prestito può essere considerato usuraio?

La soluzione normativa adottata, rispetto a tale tematica, dalla normativa italiana con la legge 108/96 costituisce un compromesso tra il modello di repressione dell’usura adottato in Francia , che considera usurario quel prestito il cui tasso effettivo globale di interesse superi di un terzo il tasso effettivo medio praticato dalle banche, e il modello adottato in Germania, dove invece si fa riferimento allo sfruttamento della situazione di necessità della vittima e alla consistente sproporzione esistente tra i vantaggi patrimoniali da questa promessi e la prestazione o l’intermediazione fornita dall’usuraio.

In pratica, sulla base delle rilevazioni di Banca d’Italia, Il Dipartimento del tesoro pubblica, con frequenza trimestrale, i cosiddetti “tassi soglia” suddivisi per categorie omogenee di operazioni creditizie. Questi ultimi rappresentano il limite oltre il quale gli interessi praticati al finanziamento sono usurari[1] . I tassi soglia vengono affissi in tutte le banche e sono disponibili anche sul sito istituzionale del Dipartimento del Tesoro.

Ma se le banche ci chiudono i rubinetti, perché per effetto di una serie di anomalie creditizie risultiamo non bancabili, come fare a non cadere nella tela del ragno, cioè nella trappola senza uscita dell’usura?

Per le imprese e le famiglie non bancabili, esiste la possibilità di accedere al credito più agevolmente tramite il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, istituito dalla legge n. 108 del 1996 e gestito dal Dipartimento del Tesoro del MEF. L’ammontare del Fondo di prevenzione dell’usura varia di anno in anno e si alimenta in prevalenza con le sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie. Le garanzie finanziate con il Fondo di prevenzione dell’usura, che possono arrivare anche al 100% del finanziamento erogato, favoriscono quindi in maniera decisiva, l’accensione di prestiti dal circuito bancario legale, prevenendo così l’esclusione finanziaria di soggetti deboli che altrimenti potrebbero rivolgersi agli usurai. I soggetti non bancabili PMI e le microimprese possono rivolgersi per tale scopo ai Confidi[2] convenzionati con il Dipartimento del Tesoro, mentre i privati cittadini e le famiglie possono contattare le Fondazioni Antiusura, sempre convenzionate dal medesimo dipartimento.

Tali Enti, che sono gli effettivi gestori del Fondo, esaminano e valutano i singoli casi, per stabilire se sussistono le condizioni per ricevere le garanzie antiusura. Il finanziamento verrà poi erogato da una banca convenzionata con il Confidi o con la Fondazione. Dal suo primo anno di attività ad oggi, questo strumento ha consentito di garantire più di 84 mila prestiti per un importo complessivo di oltre 1,98 miliardi di euro. Ad oggi sono attivi 180 Enti gestori del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura che operano su tutto il territorio nazionale per assistere e supportare chi ha difficoltà di accesso al credito e quindi a rischio usura.

Quindi anche nei casi apparentemente più disperati una via d’uscita legale c’è.

L’usura non è mai una soluzione ma è sempre una condanna.

Con il prossimo articolo parleremo di sostenibilità e degli indici ESG , Environmental (ambiente), Social, e Governance, cioè le tre dimensioni fondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di una impresa o di una banca, per essere consumatori, risparmiatori ed investitori responsabili

Continuate a seguirci!

Per approfondire

Il link alla brochure del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, dove potete trovare, i Confidi e le Fondazioni convenzionate con il Dipartimento del Tesoro suddivise per regione:

http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/prevenzione_reati_finanziari/antiusura/Brochure_Fondo_Prevenzione_Usura_091221-1.pdf

Il link al sito del Dipartimento del Tesoro nel quale vengono pubblicati trimestralmente i tassi soglia:

http://www.dt.mef.gov.it/it/attivita_istituzionali/prevenzione_reati_finanziari/anti_usura/icrocredito.gov.it/

  1. Art. 644, comma 3 del Codice penale, Legge n. 108/1996, art. 2
  2. Consorzi di garanzia di imprese generalmente costituiti sotto forma società cooperative generalmente collegate ad associazioni datoriali

 

Print Friendly, PDF & Email