Le connessioni delle piccole cose: Mario Tarroni
Mario Tarroni la sua arte contemporanea e la casualità di cogliere le connessioni infinite delle piccole cose.
Mario Tarroni la sua arte contemporanea e la casualità di cogliere le connessioni infinite delle piccole cose.
Mario Tarroni è di Comacchio e ha il sorriso immediato e schietto della sua gente solare e riflessiva. Dai molteplici interessi ha seguito il mondo del cinema recitando anche per Pupi Avati e Carlo Mazzacurati. Essendo una persona di grande sensibilità non gli poteva sfuggire il fascino per l’artigianato e antiquariato. Ama collezionare e restaurare lui stesso le cose che compra antiche da collezionare. Incline al gusto di innovare disegna nuovi elementi di design e segue l’ambito della moda e dell’arte contemporanea. Si stabiliscono con questo operare eclettico connessioni infinite nel cervello del nostro artista che giocano con le casualità riproducendo infiniti mondi.
Mario Tarroni con il suo studio è un vero filologo sensibile da sempre alla nostra produzione artigianale e creativa della nostra penisola. L’amore per la storia e dei materiali lo vede coinvolto in un progetto prezioso con il grande maestro della moda Roberto Capucci.
Lo ricordiamo il suo nome tra i cofondatori di Tota Pulchra nel 2016 oltre al presidente Monsignore Jean-Marie Gervais. La presidenza di Mario Tarroni dell’associazione MISIMA lo vede coinvolto in molte collaborazioni e lavori artistici visibili sul sito misima.it.
Il piacere per la cultura e l’arte vede protagonisti il Monsignore che invita Mario Tarroni e il suo amico Philippe Louis François Daverio. Complice uno studio romano dalle pareti rosa calde ed evocative dove sono esposte sculture e quadri di varie dimensioni e stili. Molto funzionale lo studio presenta al muro una bellissima libreria scura e ricca di volumi dalle molteplici collezioni. La luce ambrata avvolge le chiacchiere piacevoli e il vassoio quasi terminato di cannoli siciliani bagnati nel vino rosso dei calici sorseggiati dagli amici.
La gioia del palato dei cannoli siciliani è finita con un velo di briciole e zucchero sul panciotto del critico Philippe Daverio. Ma non è l’unica scorpacciata fatta dal critico che accarezza con gli occhi tutte le opere d’arte presenti. Dopo diversi giri si ferma e domanda di poter staccare con il suo garbo una piccola opera. Senza mai lasciarla estrae dal taschino degli occhiali tondi da appoggiare sul naso con lenti molto potenti. Dopo più di una ventina di minuti interminabili di silenzio e attenzione ecco apparire un sorrisetto ammiccante. Il Monsignore è felice di dire immediatamente al critico che è un dono del bravo artista Mario Tarroni: Le stanze dell’inconscio.
Philippe Daverio è entusiasta e vuole fare una mostra partendo dal piccolo quadro: Le stanze dell’inconscio. L’ottimo critico è venuto a mancare poco prima della realizzazione di un catalogo e di una mostra. L’esperto d’arte aveva saggiato la spiritualità mistica e intima del artista emiliano e voleva farlo conoscere maggiormente. Come in un cenacolo di inizi Novecento nasce una progettualità che doveva prendere piede al ritorno di Philippe Daverio. La grave perdita del critico che è venuto a mancare il 2 settembre 2020 ha compromesso l’esito della mostra e del catalogo.
Mario Tarroni presta attenzione intimamente alla natura delle cose per regalarci le atmosfere della vita quotidiane. E’ un’osservatore attento minuzioso e documenta con varie superfici materiche le sue sensazioni e impressioni. Possiamo accostarlo alle poetiche metafisiche di Giorgio Morandi nella vita di tutti i giorni con suggestioni e esperienze. Attraverso le pratiche artistiche siamo in grado di seguirlo in una realtà vitale fatta di attività e di sogni.Tutto è volto al cambiamento continuo degli stati più intimi della coscienza. Un desiderio infinito ed indefinito da portare a nuovi inizi. Uno sforzo per ritornare alle origini dimenticate della vita intrapreso nei suoi momenti liberi producendo sempre nuovi elementi.
Mario Tarroni è la ricerca di un’anima libera che non vuole essere rinchiusa come l’opera Le stanze dell’inconscio. Sempre alla ricerca di nuovi traguardi il nostro artista per sentire e pensare colto dall’imprevedibilità. Non pianifica la sua visione, si muove in base a quello che gli detta l’esperienza del momento occasionalmente. Egli è flessibile e resiliente come i suoi materiali usati per le sue creazioni artistiche di origine fluide e compatte. Un lascito materiale, intimo e artistico in cui il visitatore si riconosce come in un’opera complessa e metafisica di Salvador Dalì. Più avanti il pubblico può invece percepire tutta quella ricchezza materiale dovuta agli occhi stupiti di un bambino come regia di Fellini.
Tutte quelle piccole cose che fanno parte di un mondo più grande e complesso, così come si può leggere in Myricae di Giovanni Pascoli. I messaggi sempre attuali di saper creare il proprio mondo dal nulla sovrapponendo colori. E così nasce un rapporto intimo con le sfumature dei suoi toni come scoperta del suo sé:
La capacità artistica di Mario Tarroni di rifornirsi di tutto ciò che ha necessità dal caso quando lavora. Un uomo che si ferma durante il suo cammino a saggiare le differenti atmosfere cogliendone i punti di forza. I luoghi rappresentati spesso fanno riferimento alla sua amata Pomposa con le sue foschie e quell’aria innaturale rarefatta.
Le varie Bibbie rappresentate per raccontare quando gli uomini confondono il loro sapere con la parola di Dio. Si possono trovare in altre realizzazioni che traggono ispirazione alla scintilla divina. Essere consapevoli che in ogni cosa è racchiusa una sua luce che illumina il pellegrinaggio del nostro vivere. Da tutta questa illuminazione scaturisce l’amore che ci porta a creare, promuovere e conservare propulsori di sapienza.
Nel corso del suo viaggio Mario Tarroni ha raccolto e disposto tutto ciò che è riuscito a elaborare dal suo inconscio spesso. Una grande sensibilità nel documentare questa attività fatta di sogni, introspezioni ed esperienza. I metodi di comunicazione sono questi suoi quadri dinamici in cui le forme naturali svelano segreti reconditi, le sue statue o i suoi dipinti.
Ogni paesaggio racconta molte informazioni riguardanti l’autore come fossero sassolini per ricordare. Il colore cambia a secondo della volontà espressiva dei cambiamenti interiori affrontati e superati.
Luigi Quaranta Private Banker ha un gusto innato per l’arte e lo comprendi dagli arredi e dalla disposizione della sede Fineco S.P.A.. Il presidente di Tota Pulchra Monsignore J. M. Gervais dopo previ accordi con Luigi Quaranta ha realizzato la mostra di Philippe Daverio. Il luogo è intimo come la casa del critico dove avrebbe ospitato ad inviti e il lavoro di Mario Tarroni è disposto lungo i corridoi della filiale. Verrà per l’occasione finanziato da Luigi Quaranta un catalogo per valorizzare gli elaborati di Mario Tarroni.
Il catalogo della mostra di Mario Tarroni è stato ottimamente presentato da Piermarco Parracciani critico cinematografico e artistico che collabora con Tota Pulchra. Il catalogo presenta anche un mio contributo per descrivere Le stanze dell’inconscio da cui è nata l’ispirazione della mostra.
Si può prenotare la visita in banca nella sede di Prati secondo le normative di sicurezza Covid19 con il numero della segreteria 06 4747172.
Le stanze dell’inconscio di grande spessore individuale nel donare un sentimento quotidiano con l’utilizzo di materiali semplici. Lo spazio pensato e rappresentato in cui la ” scintilla di luce divina” silenziosamente si stringe con la luce per esprimere l’”intangibile”. La dissolvenza dei colori nei loro toni danno uno spessore diverso e un ottica differente a tutte le componenti del quadro. Sembra quasi che la materia con la sua anima si manifesta.
Ho letto in questa rappresentazione un cuore a sinistra formato da quell’accartocciato foglio. Questa opera è perfezione organica e metafisica delle molteplici connessioni mentali possibili nella loro casualità. Siamo davanti ad un’emozione pura come la nostra casa dove ci troviamo bene fuori e dentro il nostro cuore.
Durante la notte nello studio del Monsignore Gervais il famoso critico d’arte avrà illustrato possibili connessioni con altri mondi. L’opera Le stanze dell’inconscio sono assimilabili a tendenze regolatrici del Cubismo recepite come miti metafisici osservati in alcune opere di Salvador Dalì. Un aspetto particolare e intimo per avvalorare di più la trascendenza oltre la struttura.
All’interno di questa mostra se la si vuole gustare nella sua meraviglia e piacere ci si spoglia dalle banalità. Osservare il tutto con curiosità cercando di sperimentare così come ha fatto l’artista per ritrovare la sua vita e le impressioni. Utilissimo esercizio per allenarci all’abitudine di essere presenti, a notare i piccoli dettagli che fanno la differenza e ci rendono unici.
La tendenza ad elaborare il nostro vissuto ci permette di staccare e entrare nel merito di ciò che è davvero essenziale nel percorso. L’osservazione riguardante il viaggio della vita che per stare bene l’importante è come ci risvegliamo dall’esperienza.
Artista completo entra in contatto diretto con la natura delle cose e salva la natura dell’essere con il solo fatto di essere se stesso. Il mondo non si è fatto una scatola virtuale o una casa di bambola mettendo in discussione tutto per attivare la mente e l’anima. Trova un vantaggio dall’incertezza e ne fa un tesoro nuovo di conoscenza ed è interessante la sua pagina Facebook.
La mostra di Mario Tarroni è un invito alla riflessione con i suoi quadri che invece di colpire nello sguardo ti portano ad ascoltare.Si percepisce un dialogo intimo con l’anima dal sapore universale. Uno studio che dialoga con Platone verso una verità immutabile in cui si procede per idee astratte e costrutti della mente.
Una visione cristiana della vita fatta di speranza verso un futuro positivo come realizzazione è quella di Mario Tarroni. Una croce simbolo per eccellenza di vita e speranza perché racconta: la cura, il pentimento, la carità, la crocefissione e la risurrezione dalla materia nello spirito.